ME
Musica
Estemporanea
Sembra che la Musica abbia
bisogno di essere relegata in generi.
Una necessità nata
assieme alla discografia, o comunque un retaggio della cultura
classica occidentale! … Babilonia!
Nei primi decenne del
ventesimo secolo la cosa risultava abbastanza semplice, c'era la
musica colta e quella popolare, poi arrivarono i primi dischi di
Blues e di Jazz.
In seguito agli anni venti
potevamo catalogare la nostra discoteca tra Jazz Classico, Swing,
Soul, Gospel, Delta Blues, Blues Classico, Chicago Style, New
Orleans, Cajun e Zydeco.
In Europa nasceva la
musica Contemporanea, il Minimalismo e le prime divagazioni Jazz
Eurocolte.
In Seguito agli anni
quaranta i generi continuano a crescere, nasce il Be Bop, il
Rhythm'n' Blues, il Rock' n' Roll, il Latin Jazz, La Bossa Nova, il
Country, Country Swing, il Jazz Manouches e molti altri!
Dopo i sessanta con il
Rock non c'è stato un freno, tutto si è evoluto senza controllo,
…. Progressive, Fusion, Punk, Metal, Avant Garde e non
dimentichiamo la New Age!
Sicuramente ne ho
dimenticati molti altri, soprattutto i più moderni, ma non era mia
intenzione creare una lista a tal proposito.
La questione è un'altra!
…. fatta eccezione per quei poveri angeli addetti alla vendita di
dischi, che si vedono arrivare tizio/a che gli dice:
… ieri sono stato/a ad
un apericena e ho sentito un gruppo Jazz! … mi consigli qualcosa!
… Ma era un trio?
… non li ho visti in
faccia, c'era un sacco di gente!
(Ad un concerto Jazz?)
… si sentivano le
spazzole del batterista?
… perché fa anche il
barbiere?
.. si! .. di Siviglia !!!!
(SILENZIO)
… se vuoi ti posso far
sentire qualcosa di BAM?
… qualcosa di Italiano
non c'è?
Fermi tutti! Qui nasce
l'appartenenza di genere!
…. nella sua terribile
ignoranza il Tizio/a non ha detto una stupidaggine !
A quanto pare negli State
alcuni Fratelli dicono che quello che chiamiamo Jazz è morto sessant'anni fa e che
oggi andrebbe chiamato “BAM”, ossia Black American
Music.
Le ripercussioni di questa
affermazione sono a dir poco devastanti.
I mali minori sarebbero
che:
I musicisti “J” non
nero americani diventeranno orfani e magari si dedicheranno al
revival !
(forse già lo fanno?)
I festival internazionali
di “J” non nero americani potranno invitare musicisti che non
fanno “J” !
(forse già lo fanno?)
Le scuole di musica “J”
che accettano docenti e studenti non nero americani , dovranno
utilizzare metodi classici occidentali ed estranei
“all'improvvisazione sul palco !”
(forse già lo fanno?)
Comunque sono i mali
minori!
****
I mali maggiori sono
ben più seri e lontani dalle nostre realtà!
Da quando ho letto “
Che Razza Di Musica” del Maestro Stefano Zenni alcune
mie impressioni si sono rafforzate, aprendo altre porte, ma soprattutto ho alleggerito il mio senso di disagio nel coltivare la passione per
una musica apparentemente lontana dal mio stato sociale e culturale.
Invito tutti a leggere
questo libro che non parla di Jazz ma di che razza o di quante razze
si è nutrito questo genere musicale e di come la musica sia un
fenomeno culturale soggiogato dalla politica dei forti! ( in realtà
deboli!)
Sicuramente quando ho
letto il libro per la prima volta o avvertito un certo
disorientamento....
Leggo e mi dico… ma come Zenni parla ed esalta i musicisti ebrei, quelli italiani, i creoli e tutte quelle figure mitologiche mezzosangue, come Mingus (Charles Mingus. Genio e sregolatezza , sempre di S.Zenni), per poi criticare duramente le prese di posizione dei Neri DOC, l'Islam, le Black Panter e le affermazioni separatiste di leader come Malcom X e Amiri Baraka (Jones LeRoi “ Il popolo del Blues).
Leggo e mi dico… ma come Zenni parla ed esalta i musicisti ebrei, quelli italiani, i creoli e tutte quelle figure mitologiche mezzosangue, come Mingus (Charles Mingus. Genio e sregolatezza , sempre di S.Zenni), per poi criticare duramente le prese di posizione dei Neri DOC, l'Islam, le Black Panter e le affermazioni separatiste di leader come Malcom X e Amiri Baraka (Jones LeRoi “ Il popolo del Blues).
Cavolo Lui, il nostro
Zenni, che c' ha scritto libri, fa conferenze e recensioni, critica i
“GIGANTI”!
Sicuramente sono io che
l'ho letto male! Oppure avevo delle aspettative diverse!
comunque … lo devo rileggere!
comunque … lo devo rileggere!
La seconda volta e
diventato tutto più chiaro, un po come quando ascolti “ I Love
Supreme”, all'inizio storci il cervello poi ad ogni ascolto si apre
uno spiraglio fino a quando percepisci solo la luce.
Nel libro l'Autore ci fa
capire come l'importanza e la strumentalizzazione del“ concetto di
razza” , in Americano e non solo, abbia influito in maniera
sostanziale nella crescita di questo nuovo linguaggio.
Nel secolo scorso essere
considerati NERI in America faceva la differenza. Quando Nick La
Rocca e compagni incidevano il primo disco Jazz, non erano solo degli
italiani bianchi, ma dei neri di New Orleans, oppure nessuna delle
due ipotesi. Sicuramente erano figli di emigrati che vivevano nei
quartieri degradati della città, tra portoricani e africani.”
NERI!” .. e si! anche la loro formazione culturale non era
differente dagli altri, di fatto non era una cosa eccezionale che
quegli italiani suonassero Jazz, faceva parte del loro vissuto, della
loro epoca, sono stati il giusto compromesso tra il dominio dei
bianche e l'oppressione dei nero americani! …
E allo stesso modo si deve criticare l'idea
di una razza superiore, biancha o nera che sia, a discapito di altre, perchè questo
non contribuisce all'emancipazione di TUTTI.
La consapevolezza di
essere Nero Americani è una nobile presa di posizione, ma non è differente
da quella di essere Donne , Omosessuali , Immigrati o Diversamente
Abili!
Ogni forma di assolutismo
debilita il suo DNA, lo priva di quelle strutture essenziali
all'evoluzione del suo GENOMA, rendendolo incapace di sostenersi e
obbligandolo a nutrirsi del suo prossimo!
( sempre i deboli di prima)
( sempre i deboli di prima)
La chiave che ho trovato
in questo libro, ma anche in altri scritti non musicali, è VIRTUOSO!
Ma non come lo si intende
adesso! … l'inarrivabile!
Il Virtuoso è colui che
si mette al pari del suo prossimo e non si ferma alle apparenze,
anzi fa tesoro della diversità , disapprovando l'omologazione!... La
globalizzazione!
Dunque tra i mali peggiori
c'è anche il fatto che oggi il termine BAM, relegherebbe ancora una
volta il “J” in una sotto cultura privandola del giusto
nutrimento!
“Non è un caso però
che questo sentimento sia risorto nell'attuale governo americano!”
arriviamo al punto!
C'è da dire che almeno
per quello che riguarda il Jazz Italiano, negli anni, non ci si è
mai posti in maniera decisa nell'affermare una peculiarità nostrana!
.. ma piuttosto ci siamo limitati ad assimilare e ripetere quello
che ci veniva dall'altro continente, senza mai dire … NO! Io non
faccio Jazz faccio BMI ( Buona Musica Italiana)! … ma quando!!!!
“Pensa a tutti quelli
che avrebbero dovuto rinunziare a dire “JASS” con il
relativo accento della regione di appartenenza. Abbiamo preferito
indossare questo mito americano! “
... L'americanizzazione! …
senza imporci!
Be! … vista l'aria di
elezioni! … voglio fare la mia proposta elettorale.
Visto il gran numero di
musicisti, giornalisti, addetti stampa e tutti coloro che si muovono
in maniera professionale nel settore della musica improvvisata,
perché non coniamo un nostro termine per definire quest'arte non
solo italiana, ma neanche esclusivamente europea, bensì globale, che
non è più ne jazz, ne rock, tanto meno fusion, ma un'elaborazione
individuale aperta alla contaminazione e alla divulgazione
collettiva ?
Il Mio suggerimento è ME
ossia Musica Estemporanea .
Il ME ha una radice
latina ma anche anglosassone, speriamo no si offendano gli asiatici!
Sorry già da adesso!
Secondo ME rende molto il
momento attuale , ricco di introspezione !
ME
una Musica per TUTTI !
“Nonostante il tono
scherzoso il mio è in sentimento serio che gradirei fossa condiviso”
Emanuele Cinelli
07/02/2018
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