"hegel"
Devo dire che ho trovato sin da subito
molto interessante la proposta di partecipare ad “hegel”.
Seguendo da anni Alessandro Galati ho compreso che non è una persona
che lascia molto al caso, ogni suo progetto è il frutto di un
attento lavoro di pre produzione. La scelta dei contenuti, il
messaggio e i mezzi sono curati con grande passione.
Anche il fatto di
assistere ad un concerto in streaming non mi ha sorpreso molto, in questi
ultimi mesi siamo stati tempestati di video di ogni genere.
Quello
che mi ha sorpreso è stata la qualità del suono, il clima e il
calore che hanno saputo trasmettere i tre protagonisti.
Stando seduto comodamente nel mio
salotto, al buglio, in compagnia di un buon prosecco, per tre miti e
silenziose serate ho potuto godermi tre concerti di grande spessore.
La proposta è stata molto articolata. I tre artisti si sono alternati
spesso mantenendo alta la curiosità degli ascoltatori. I temi
delle tre serate erano diversi, la prima sera l'improvvisazione, la
seconda standards e l'ultima i loro brani originali.
Non sono mancati alcuni
problemi tecnici “della diretta”,che a mio avviso hanno
contribuito a rendere l'evento più spontaneo.
Ho anche apprezzato la
lettura dei messaggi del pubblico alla fine di ogni serata, dove a
noi spettatori, in mancanza di applausi, ci ha permesso di ricambiare
con ironiche battute e sinceri complimenti.
Nel complesso il tutto ha superato le
mie aspettative. Il suono era ottimo su tutto il registro del pianoforte,
con una ripresa dinamica calda e potente che mi ha dato l'impressione
di essere nella stessa stanza. Sono certo che con questo tipo di qualità il progetto verrà seguito sempre da più
persone.
M: Come uomo e come artista, quale è
stata la tua prima reazione al lockdown e come sei riuscito a
sopravvivervi ?
AG: In un primo momento ho avuto tanta
preoccupazione e sconforto nel vedere tutti quei decessi. Un nemico
invisibile che ha messo il mondo intero con le spalle al muro. In
seguito ho sentito il bisogno di reagire, di aprire una porta sicura
che mi permettesse di continuare a fare il mio lavoro con
professionalità e passione.
M: Cosa ne pensi delle video lezioni,
possono essere un'alternativa alla scuola?
AG: Penso che nel nostro paese ci sia una
scarsa informatizzazione, pochi la sanno utilizzare in modo proficuo.
Come pianista e tastierista utilizzo il MAC da quando avevo
quattordici anni. Per “hegel” ho sfruttato tutte le risorse in
mio possesso per offrire un prodotto valido, cercando informazioni e
ampliando le mie competenze. Io non insegno più da un paio di anni,
però ho notato molte difficoltà per chi fa le lezioni a distanza,
sicuramente col tempo e con le giuste risorse si raggiungerà un
equilibrio.
M: Perché il settore dello spettacolo è
stato così discriminato dalle manovre di emergenza del covid19?
AG: Ci sarebbe da parlarne per ore!
...purtroppo chi ci governa non conosce e non vive l'arte pertanto
non la capisce e non ne comprende il valore. Leggendo alcuni articoli
ho appreso che mentre in Italia è stato stanziato solo l'1%, in
Germania sono stati inviati 5000 euro ad ogni artista. In più,
mentre Conte se ne usciva con “quegli artisti che ci fanno tanto
divertire!” La Merkel ha speso parole di solidarietà e di grande
stima verso il settore. Questo ti fa capire qual è la considerazione
che abbiamo nel nostro paese!
M: Come nasce il progetto hegel?
AG: Come ti accennavo prima, avevo bisogno
di qualcosa che mi potesse aiutare ad emergere dall'isolamento. La
reazione di molti artisti anche di grande livello è stata quella di
pubblicare dei video che a mio parere non gli rendevano giustizia in
termini di qualità del suono. Così sono stato fermo ad osservare,
pensando a come potevo offrire un prodotto professionale e a
pagamento, anche se poco, visti i tempi!, ma abbastanza per ricordare
che il nostro è un lavoro a tutti gli effetti e come tale va fatto
con competenza e retribuito.
M: Pensi possa diventare un format?
AG: C'è già in programma un evento per il
prossimo mese, sarà diverso dal primo ma non ti voglio anticipare
altro !
M: La scelta di tre pianisti fiorentini è
stata condizionata dalle restrizioni del covid 19 oppure c'era già
un progetto?
AG: Nessun progetto, Simone e Alessandro
vivono a cento metri da casa mia!!
M: Che rapporti hai con loro ?
AG: Simone, quando io ero giovanissimo, è
stato un mio allievo. Sono due prodigi, artisti internazionali che
stimo molto, mi sembravano le persone giuste da coinvolgere in questa
nuova avventura.
M: Chi si è occupato dell'aspetto
tecnico?
Come ti dicevo, non mi sarei mai
esposto in questo progetto se non fossi stato più che sicuro sulla
qualità, così ho utilizzato il mio studio di registrazione, per il
quale ho investito molto tempo e denaro. Ho fatto le mie ricerche su
come impostare le riprese , quale piattaforma utilizzare, insomma mi
sono speso molto per offrire qualcosa di valido!!
( Lo studio di cui parla il Galati è
lo stesso che ha utilizzato, con grande sensibilità e competenza,
per “l'editing” delle tracce inedite incise da Luca Flores alcuni
giorni prima della sua prematura e tragica morte. Il materiale gli è
stato consegnato da Paolo Flores fratello di Luca. Dopo un'attenta
selezione ed un abile lavoro di “taglio e cucito”, le tracce sono
state inserite nell'album INNOCENT distribuito dalla Auand Records )
M: Pronostici per il futuro ?
AG: “hegel”......il prossimo
mese!
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