DELIRIUM TREMENS
Delirium Tremens, etichetta No Words, è l'ultima fatica di Marcello Giannini, pubblicato alla fine del 2019 , disponile solo in digitale su tutte le piattaforme on line.
Durante l'ascolto non mi sorprende la varietà e complessità dei brani, Marcello collabora da anni in
diversi progetti musicali
( Slivovitz, Nu Guinea, Enrico Rava, Flo, 99 Posse, Daniele Sepe, Guru)
( Slivovitz, Nu Guinea, Enrico Rava, Flo, 99 Posse, Daniele Sepe, Guru)
nei quali si produce con estrema personalità.
Nella sua crescita musicale
,il chitarrista napoletano, non ha ascoltato solo il jazz, anzi,
,il chitarrista napoletano, non ha ascoltato solo il jazz, anzi,
ha potuto assorbire tutte le influenze
del rock elettronico nel ventennio 80/90.
del rock elettronico nel ventennio 80/90.
Le influenze elettroniche anni '80 sono intense in Hubrys, dove l' uso delle drum machine spazia dal
pop inglese alle divagazioni post punk dei Sonic Youth.
Brani romantici e cinematografici come Stagioni, dove l'arrangiamento degli archi si fonde con le
sonorità acide e languide della chitarra elettrica, lasciando l'ascoltatore sospeso nel tempo.
Il brano che da il nome all'album è una energica, tremante e tenebrosa suite rock.
Ci sono altri brani articolati e suggestivi, dalle colorazioni prog tipiche degli anni 70, come
Jakko e Xanax.
I due brani, di apertura e chiusura , sono due requiem dal forte impatto spirituale, malinconiche
riflessioni del tempo che scorre inesorabile.
Nonostante sia uscito qualche mese fa, prima del “corona virus”, i temi della morte e
dell'inquietudine si fanno attuali.
Come sempre gli artisti, quelli più sensibili, riescono a comprendere ed interpretare in anticipo i
sentimenti collettivi, descrivendo gli umori che ci circondano.
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