venerdì 29 novembre 2019

ALVITO




Il 23 dicembre del 2018 nel Borgo di Alvito (FR) presso il Teatro Ducale all'interno del Palazzo Gallio,

 Dario Germani al contrabbasso e Roberto Cervi alla chitarra hanno registrato il “live”
pubblicato quest'anno dall' etichetta “Jazz Engine”.
 I brani portano i nomi di luoghi rimasti nel cuore di Dario, noto, musicista/compositore
e appassionato viaggiatore. 

Ci sono i luoghi dell'infanzia , Sora, Tivoli e Alvito, da cui prende il nome l'album. 







Ma anche le
grandi mete del Jazz, New York e New Orleans.







Ogni brano è un capitolo del suo diario sonoro, suoni ricordo che ha conservato da ogni viaggio. 
Le voci delle persone che ha incontrato , il caos o il silenzio dei luoghi che ha attraversato, i locali
notturni e gli artisti di strada. 
No ci sono distinzioni di genere, ogni suono è importante, ma anche
ogni mezzo, per rievocare quelle sensazioni.

I mezzi sono gli strumenti acustici ma anche elettronici, indispensabili per ricreare le vibranti
suggestioni vissute. 




Tra le sinuose linee del contrabbasso e le eteree alchimie della chitarra si
alternano caleidoscopiche immagini sonore.
Un album intimo e generoso, rivolto al prossimo, dove vengono abbattuti i muri e dove si parla una
lingua universale ….... LA MUSICA.

www.dariogermani.com

www.jazzengine.com

venerdì 8 novembre 2019

INNOCENCE





Oggi esce INNOCENCE , un doppio CD edito dalla AUAND RECORDS, che contiene brani
inediti eseguiti in piano solo da Luca Flores.
Luca ci ha lasciato nel marzo del 1995, dopo la sua morte fu pubblicato l'album
“For Those I Never Knew “, da allora non sono state rese note altre
registrazioni a suo nome. 
Negli anni ci sono state molte iniziative per ricordarlo,un libro, il film e
tanti concerti. Ma … forse si è premuto un po troppo il dito sulle ferite che si
portava addosso e si è perso un po l'Artista.
Questa nuova pubblicazione ci ridona l'Artista. Un uomo desideroso di realizzare
qualcosa di grande. Un progetto ambizioso, creativo, che lo ricongiunga alla sua
infanzia. Anche quando si rende conto che i mezzi per realizzarlo non saranno
sufficienti non perde l'intenzione, così continua a registrare.
Col solo piano riesce a contenere gioia e dolore, allegria e tristezza, buio e
luce, bianco e nero. Ogni elemento si muove sinuoso e sfuggente sfiorando
l'altro ma senza invaderlo, un gioco pericoloso che può far perdere l'equilibrio, ma Lui ha la maturità giusta, si muove intrecciando le sue
passione creando e ricreando brani nuovi, minimalisti, romantici ed
introspettivi, elementi tipici del suo stile. 













Dopo una serie di peripezie Paolo,fratello di Luca, riesce a recuperare questi
brano ma non sa come condividerli, cosi chiede consiglio ad Alessandro Galati
che ha curato il Mastering.

Ho chiesto ad Alessandro, amico di Luca e noto pianista, come ha vissuto questo
progetto discografico:

Quando hai conosciuto Luca ?
Lui viveva qui a Firenze come me, io avevo venti anni e mi affacciavo al mondo
della musica con molte “speranze!”. 
Luca era un pianista affermato, conosciuto in tutta Italia. Per me era una vera
fortuna ascoltarlo, stare seduto a un metro di distanza mentre suonava nei club.
Era una persona gentile e mi faceva molti complimenti, anche se non è stato mai
il mio insegnante non mancava di darmi ottimi consigli.
Abbiamo insegnato nella stessa scuola, io “forse immeritatamente” avevo una
classe di principianti, lui aveva una classe di allievi più avanzati.

Cosa pensi del suo modo di suonare?
Aveva un dono che avevano solo i grandi, un pianista profondo, la sua musica era
piena della sua personalità , un chiaro scuro continuo, stati d'animo che si
alternano con grande profondità, aveva un linguaggio complesso. 
Intendo dire che la sua complessità era nella profondità del gesto,
nell'intensione. Nonostante fosse il suo un linguaggio molto ricco, arrivava a
più persone, questa sua ricchezza permetteva ad ognuno di trovava la sua chiave
di lettura, risultando alla fine di facile ascolto, anche se facile non era!

Nel libretto del album, Paolo racconta che Luca voleva dedicare questo progetto
alla sua infanzia in Mozambico. Quanto è forte la matrice africana nella musica
di Luca?
Era un grande studioso e appassionato di McCoy Tyner, il pianista del famoso
quartetto di Coltrane, che si ispirava molto alle influenze africane,
soprattutto all'uso delle pentatoniche e delle armonie quartali.

Come hai conosciuto Paolo ?
Ho conosciuto Paolo qualche anno fa qui a Firenze, durante un concorso
pianistico di jazz organizzato dal Maestro Marco Vavolo, che è stato insegnante
di Luca, al quale ha voluto dedicato l'evento. Abbiamo molto parlato di Luca e
del periodo che ha vissuto qui a Firenze. Forse è per questo che mi ha scelto
per il Mastering.

Ti eri già cimentato in lavori di Mastering ?
Ho uno studio di registrazione in cui lavoro soprattutto per me e per alcuni
amici, ma no è la mia occupazione principale. Negli anni, lavorando affianco ad
alcuni dei più grandi ingegneri del suono, ho collezionato tante nozioni. In
Italia, a Tokyo, ed a Oslo assieme ad Erik Kongshaug il quale ha creato il
suono della ECM, registrando e valorizzando grandi star del Jazz Mondiale.
( Purtroppo mentre sto scrivendo l'articolo vengo a conoscenza della morte di
Erik. L'enorme quantità di articoli, post e dediche sul web danno l'idea della
sua passione e della grande quantità di lavoro che ci ha lasciato, una triste
perdita per il mondo della musica.)

In che condizioni erano i nastri ?
Paolo mi ha portato quasi quattro ore di registrazioni, alcuni brani si
ripetevano, altri erano originali.
C'erano diversi rumori di sottofondo, interruzioni, frammenti di brani che forse
Luca aveva intenzione di ricucire inseguito. Dopo un lungo ascolto ne ho
ricavato una scaletta , che Paolo ha approvato e sottoscrivendo con piacere.

Non hai avuto dubbi se fosse giusto o no pubblicare questi brani , nonostante
Luca li avesse scartati ?
Non so lui cosa avesse in mente, ma se fossero stati brani suonati in modo
pallido senza personalità ti avrei detto di si, in realtà su quattro ore di
musica ho dovuto scartare un bel po di cose, quello che è rimasto è altrettanto
valido, io ho solo scelto quello che ritenevo più idoneo per questa
pubblicazione.

Visti i risultato, Paolo non avrebbe potuto fare scelta più azzeccata. Grazie
alle sue capacità tecniche, alla sua sensibilità come pianista e amico di Luca,
Alessandro ha saputo ricreare un ambiente caldo e intimo, etereo, dove i brano
fluttuano senza tempo, ricreando quelle pause che solo un interprete sa
riconosce, “un chiaro scuro continuo”.
Ringrazio Paolo Flores, Alessandro Galati, Marco Valente e tutti quelli che
hanno contribuito a questo progetto
Non so se sia stato giusto o meno pubblicare queste registrazioni, so solo che
dopo averle ascoltate non ne posso fare più a meno !!!!





domenica 3 novembre 2019

Sexuality



Il nuovo lavoro di Simone Graziano, in uscita per Auand, si intitola
“Sexuality”ed è il terzo capitolo nella storia del quintetto Frontal,
che si conferma uno dei progetti più solidi del pianista fiorentino.
Assieme a Dan Kinzelman al sax tenore, Gabriele Evangelista al
contrabbasso, Stefano Tamborrino alla batteria e il nuovo “acquisto”
il chitarrista olandese Reinier Baas, il quintetto genera un album
stratificato ed energico.
Anche se già dal primo ascolto si rimane piacevolmente incantati, va
comunque ascoltato più volte per comprendere la complessità dei vari
livelli del tessuto ritmico e l'introspettivo messaggio. La
poliritmia è il motore centrale di tutto l'album, ispirato dal libro
di Simha Arom African Polyphony and Polyrhythm.
«Simha – racconta Graziano – era un cornista che avrebbe dovuto
fermarsi quattro giorni nella Repubblica Centrafricana per alcuni
concerti in orchestra. Poi si è imbattuto nella musica delle bande
pigmee dell’Africa Centrale, e ha finito per restarci quattro anni,
trascrivendo tutto il repertorio e tutti le linee strumentali dei
vari gruppi pigmei»
Graziano decide di utilizzare la poliritmia come mezzo per descrivere
la quotidianità.
 «L’idea di base – aggiunge – è creare livelli ritmici diversi che
convivono nello stesso momento. Del resto è quello che avviene
costantemente nella vita reale: mentre scrivo sento il suono della
moto che passa, dell’ascensore che sale, le voci di passanti per la
strada, cui si aggiunge il ticchettio delle dita sulla tastiera del
computer. Siamo abituati a selezionare ed eliminare ciò che
consideriamo “superfluo”, ma in realtà la natura è intrisa di
poliritmia e polifonia. La musica di questo disco cerca di
rappresentare la complessità della natura».




Ma l'elemento ritmico non è l'unica musa presa in considerazione, c'è
anche la voglia di parlare di un elemento molto discusso nei millenni

«Il titolo – aggiunge il pianista – è ispirato al libro di Stephen
Mitchell, “L’amore può durare”. L’assunto iniziale è semplice: degli
elementi costitutivi del sesso noi conosciamo solo i fattori
ambientali, genetici, biologico-ormonali, generazionali. La scienza
non riesce a spiegare fino in fondo da cosa nasca questa forza che
lega, nei più svariati modi, tutti gli esseri viventi. È proprio su
questo cono d’ombra che da sempre hanno agito i poteri forti:
religioni e governanti hanno sempre cercato di esercitare un
controllo sulla sessualità, consci di poter così controllare una
grande fetta dell’umanità. Oggi si assiste ad un’altra forma di
controllo del sesso: le innumerevoli chat sulle diverse piattaforme
social. A ciò si aggiunge la pornografia sul web, alla portata di
chiunque con una manciata di click».
Toccare l'amore “per la Musica” senza filtri e ostacoli....
«”Sexuality” – conclude Simone Graziano – vuole essere una spinta a
recuperare il valore del contatto reale e dell’unione tra gli esseri
umani. Sia ben chiaro, non per un senso etico, ma come forma di
ribellione a un sistema che lucra sul nostro piacere».







Ogni brano dell'album ha una sua peculiarità, ma tutti insieme danno
vita ad un unico principio. Graziano & co , forti dalla loro lunga
collaborazione, animano il progetto con un ricco caleidoscopio di
suoni , impreziositi dai continui balzi dinamici e dai frequenti
cambi di tempo. L'importante è saper ascoltare …. e se qualcosa
sfugge non sarà un problema riascoltarlo.


Produced by Simone Graziano
Executive Producer: Marco Valente
Recorded at Artesuono, Cavalicco (UD) – Italy
Engineer: Stefano Amerio
Cover Photo: Caterina Di Perri


http://auand.com/

http://www.simonegraziano.it/