sabato 24 febbraio 2018

"Our World"






Prodotto dall'etichetta pugliese Dodicilune, lunedì 26 febbraio esce in Italia e all’estero distribuito da Ird e nei migliori store digitali, "Our World", inedito progetto discografico del duo composto dal sassofonista Emanuele Passerini e dal percussionista Alessandro "Pacho" Rossi. Dieci brani originali, frutto di un serrato dialogo improvvisativo in studio di registrazione, per un album diviso in due "side": The Light (Dawn Over A New Good World, We Go East!, Sayang, The Flute Man, Kill The Funk, Dance To The Stars) e The Dark (The Universe Is Our Home, Free Spirits, Stream Of Consciousness). "Our World" si chiude con il brano "Praises To The Masters" dedicato dai due musicisti a Nana Vasconcelos, Rashied Ali e John Coltrane.








«Ho incontrato Pacho per la prima volta nel febbraio 2016, durante una sessione di registrazione in studio per il nostro amico e musicista Tiziano Tononi», sottolinea Passerini. «Sono rimasto impressionato dal suo modo di suonare, dal suo approccio spontaneo e disinvolto, dal suo senso del ritmo. Sentivo che eravamo sintonizzati su lunghezze d'onda simili. Così, poche settimane dopo, l'idea di registrare qualcosa con lui mi è venuta in mente in modo molto naturale», prosegue. «Per qualche tempo abbiamo solo scambiato idee e pensieri al telefono e poi ci siamo incontrati direttamente in studio per una sessione meravigliosa e molto coinvolgente. Prima non avevamo scritto nulla, avevamo solo sensazioni, intenzioni e giocavamo in totale libertà, seguendo l'un l'altro o seguendo le piccole idee abbozzate che avevamo deciso prima». Il risultato finale è un disco di improvvisazioni, alcune delle quali registrate direttamente e altre completate con sovraincisioni e aggiunte altri strumenti. «Ci siamo resi conto che durante quei giorni e attraverso le nostre anime uniche abbiamo "dipinto il mondo", abbiamo realizzato un "affresco musicale" che rappresenta i diversi lati e colori del nostro mondo, la luce e l'oscurità, la libertà e i molti contrasti, i suoni e il silenzio. E allo stesso tempo, mentre parlavamo gli uni con gli altri con i nostri strumenti e i nostri cuori, abbiamo elogiato i nostri Maestri la loro presenza e guida infinita e continua, da qui sulla Terra e dall'alto».



Quando è l'artista ad introdurre la sua opera non credo si possano aggiungere altre paro. Sicuro è che la proposta è originale, ricca di quelle luci e ombre che solo due anime sensibili sanno cogliere !

 "cose del loro MONDO!"

Brani:

The Light Side:
1 -Dawn Over A New Good World
2 - We Go East!
3 - Sayang
4 - The Flute Man
5 - Kill The Funk
6 - Dance To The Stars
The Dark Side:
7 - The Universe Is Our Home
8 - Free Spirits
9 - Stream Of Consciousness
10 - Praises To The Masters

All compositions by Emanuele Passerini


Emanuele Passerini, soprano, tenor, alto, sopranino saxophones, balinese bamboo flute, mbira (3)
Alessandro "Pacho" Rossi, percussion, drums, gongs, bells, whistles, objects, water, noise, vocals

giovedì 22 febbraio 2018

"La Bellezza dell'Essenziale"

 

Prodotto dall'etichetta pugliese Dodicilune, martedì 20 febbraio esce in Italia e all’estero distribuito da Ird e nei migliori store digitali, "La Bellezza dell'Essenziale", nuovo progetto in piano solo di Nello Mallardo. 


 "Nei brani, ho parlato un linguaggio che reputo mio, la lingua più semplice con la quale esprimermi, attraverso una koinè in cui espressionismo e melodia potessero portare l’ascoltatore verso atmosfere intime e profonde. Il piano solo ha una forte dimensione intimistica, introspettiva, che crea un pathos incantevole. Tutti i brani, anche se appartenenti a periodi diversi, sono stati scritti per immortalare delle emozioni o dei momenti fondamentali della mia vita".






 Questo disco è ricco di cosi tanti particolari che richiede un'indagine nell'ascoltarlo molto accurata!

Un giovane pianista che sembra essersi reincarnato molte volte negli ultimi 200/300 anni!
Un giovane compositore con una maturità creativa eccezionale!
Un giovane che incide un piano solo!
Di solito aspettano i 50 anni!


Come dice Mallardo il suo è un componimento emotivo, che racchiude il suo vissuto. Stati d'animo estremi, sicure incertezze, armonico romanticismo, spensierate improvvisazioni, ma soprattutto incontri!
I nove brani scritti negli anni come in una sorta di diario sonoro, ricco di particolari e aneddoti indimenticabili!
 Il brano che da il titolo all'album è un piacevole manifesto della musica del "900"!

 Brani:

 1 - Something Gray in the Sky
2 - Dreaming in Autunm
3 - Musima
4 - Ostinato
5 - La Bellezza dell'Essenziale
6 - Girandoci Intorno
7 - Un pò Sentimentale un pò Nobile
8 - Restless
9 - Ransie

Tutte le composizioni sono di Aniello Mallardo Chianese (Dodicilune Edizioni)


Nello Mallardo - piano solo


Produced by Nello Mallardo and Gabriele Rampino for Dodicilune edizioni, Italy
Label manager Maurizio Bizzochetti (www.dodicilune.it)
Recorded August 2016 by Carlo Gentiletti, September 2017 by Antonio Pellegrino
(tracks 1, 5, 9) at Elios Registrazioni Audiovisive, Castellammare di Stabia (Na), Italy
Mixed and mastered October 2017 by Antonio Pellegrino
at Elios Registrazioni Audiovisive, Castellammare di Stabia (Na), Italy
Cover photo m Manassawee.J   Photos by Foto Luric
Contact: www.facebook.com/nellomallardo.12, nellomallardo@libero.it

mercoledì 14 febbraio 2018

“Right Away” 

  .... è il nuovo album del pianista calabrese Giampiero Locatelli. Il disco, in uscita il 23 febbraio per Auand (distribuzione Goodfellas) è stato registrato in trio con Gabriele Evangelista al contrabbasso e Enrico Morello alla batteria.








  "il trio viene concepito come nucleo operativo rispetto ad una visione musicale in cui il materiale oscilla tra improvvisazione e parti scritte.


"Devo ammettere che non trovo stimolante l'idea di ascoltare un piano trio. Per due motivi!"

Il primo è che ce ne sono e ce ne sono stati molti, ed alcuni hanno influenzato in maniera sostanziale tutti gli altri, imponendo una cifra  stilistica che si è appiattita nel corso dei decenni.

Il secondo è legato alla proposta. In questo disco non vengono utilizzati effetti elettronici, che "personalmente apprezzo molto!", se non il solo uso dell'amplificazione.


"MA!"

Nell'ascoltare i disco, già  dai primissimi secondi, vengo  rapito dalla qualità del suono. Il lavoro di editing audio è eccezionale. Se si aggiungessero bisbiglii, colpi di tosse ed lievi applausi, potremmo benissimo pensare di trovarci in uno dei più suggestivi locali Jazz di New York. 

"Ogni brano viene vestito di colori diversi. Si percepisce il calore della complicità."





"Sicuramente una foto è bella e suggestiva quanto bello e suggestivo è il soggetto che ritrae"

"Automaticamente un buon suono è incentivato dall'interpretazione e dall'emotività dell'interprete."

Ascoltando gli otto brani che compongono l'album si ha l'impressione di ripercorre questi ultimi decenni dedicati a questo tipo di formazione. C'è  lo stile di Evans, Jarrett, Peterson e Bley.  Ma soprattutto c'è la musica. Si passa delle parti seriali al cool, dall' improvvisazione ritmica alle melodie più suadenti.

Tutto si anima di luce ed ombre, grazie alla capacità di prospettiva dei singoli protagonisti.
 Non un semplice interpretare ma un vivere intenso.


 "From Afar" è il brano che ho apprezzato di più per la sua intensità emotiva. L'andamento altalenante tra lo  staccato e il legato del piano suscitano la dolce attese dell'innamorato. Il contrabbasso toglie il fiato e sembra cantare dalla pancia. La batteria con la sua minimale poliritmia crea un tessuto urbano ricco di riflessi, tra fine pioggia e piccoli raggi di luce che si fanno spazio tra le nuvole.





"Per fortuna ogni tanto sbagliamo e possiamo correggere le nostre opinioni!"



L’album verrà presentato dal vivo il 16 aprile al Jazz Club La Sosta di Villa San Giovanni (RC)

martedì 13 febbraio 2018

L'equazione del Buco Nero


Ultimamente sento spesso parlare di matematica quantistica, algoritmi, neutroni e pensioni.

Non ne capisco tanto, ma mi piacerebbe se queste nuove discipline mi possano aiutare a risolvere quella che io chiamo l'equazione del Buco Nero.

Passati i quarant'anni ci si pongono molte domande relativa a ciò che si è già fatto e quello che si potrà ancora fare per migliorare il proprio tenore di vita. Nel mentre si vive un presente precario e sfuggente, dove la progettualità del domani e sempre un'equazione a perdere.

Cosi mi sono messo a fare una serie di conti, apparentemente semplici, ma il risultato è assolutamente insoddisfacente.

Studiando il percorso che l'individuo si presta a percorrere nell'arco di tempo tra la nascita e la morte, ci vengono assegnati dei numeri.

I primi numeri sostanziali sono i 10 anni scolastici “obbligatori” , tra i 6 e i 16.
Poi c'è l'età pensionabile a 66 anni e 7 mesi, con minimo 20 anni di contributi.

Così i primi dati dell'equazione sono (6+16) :10 – (66,7:20)= 1,135

In questo modo abbiamo 50 anni e 7 mesi per lavorare e versare la nostra pensione. In realtà maturati 42 anni e 10 mesi di contributi possiamo anche richiedere la pensione anticipata.
In questo modo ci rimangono 7 anni e 9 mesi per prendere un diploma in cinque anni, e una laurea triennale. Consentendoci di esercitare un lavoro ben remunerato.

E otteniamo (50,7-42,10)= 7,9

Calcolando un'età media di 75 anni e sottratta l'età pensionabile di 66 e 7 mesi, otteniamo 8 anni e 5 mesi di pensione.

(75-66,7) = 8,5

C'è da dire che se in media abbiamo versato circa 800 euro al mese, 9.600 euro annue, per 42 anni e 10 mesi , avremo un totale di 404.000 euro. Negli 8 anni e 5 mesi di pensione, con una pensione di 1.000 euro al mese, recupereremo un totale di 101.000 euro.
Si capisce subito che le 303.000 euro di avanzo sono il giusto compenso per la gestione e la tutela del nostro patrimonio.
GRAZIE!!!

Ps. Se però si raggiungono i 100 anni di età, ci verranno restituiti 401.000 euro, ma l'eccezione non fa la regola! … e poi perché questionare?

Mi scuso della divagazione!

Questa in sintesi è l'equazione giusta:

1,135 ? 7,9 ? 8,5 = ?

Ma il risultato non è importante, stiamo tranquilli, perché comunque l'equazione è corretta.



Questi dati purtroppo non sono conformi alla realtà.”

Le famiglie oltre a sostenere i figli nella scuola dell'obbligo, sostengo le spese d' istruzione fino al conseguimento del diploma.
Poi i figli più volenterosi si sostengono da soli, con lavoretti occasionali, fino alla laurea, però sempre rimanendo a casa per ammortizzare le spese. Se tutto va bene a 24 anni riescono ad inserirsi nel mondo del lavoro.

Fino a qui tutto bene!!

Il problema nasce proprio sul lavoro. Le richieste di lavoro, con contratti quasi sempre precari o comunque a termine, grazie alle agevolazioni di contratto rivolte ai giovani, si potrebbe interrompere a 29 anni. Nella migliore delle ipotesi si protrae fino ai 35 anni!

Questi sono i dati negativi :


“Rischiamo di perdere la possibilità di raggiungere i 42 anni e 10 mesi di contributi.”
(circa 404.000 euro )


“E che non avremmo neanche raggiunto i 20 anni minimi per la pensione.”



Questa è l'equazione del Buco Nero, che oscilla tra i 37 anni e 10 mesi e i 33 anni e 10 mesi di disoccupazione.”


37,10 ? 31,10”



Cosa fare?




mercoledì 7 febbraio 2018


ME
Musica Estemporanea





Sembra che la Musica abbia bisogno di essere relegata in generi.
Una necessità nata assieme alla discografia, o comunque un retaggio della cultura classica occidentale! … Babilonia!

Nei primi decenne del ventesimo secolo la cosa risultava abbastanza semplice, c'era la musica colta e quella popolare, poi arrivarono i primi dischi di Blues e di Jazz.
In seguito agli anni venti potevamo catalogare la nostra discoteca tra Jazz Classico, Swing, Soul, Gospel, Delta Blues, Blues Classico, Chicago Style, New Orleans, Cajun e Zydeco.
In Europa nasceva la musica Contemporanea, il Minimalismo e le prime divagazioni Jazz Eurocolte.

In Seguito agli anni quaranta i generi continuano a crescere, nasce il Be Bop, il Rhythm'n' Blues, il Rock' n' Roll, il Latin Jazz, La Bossa Nova, il Country, Country Swing, il Jazz Manouches e molti altri!

Dopo i sessanta con il Rock non c'è stato un freno, tutto si è evoluto senza controllo, …. Progressive, Fusion, Punk, Metal, Avant Garde e non dimentichiamo la New Age!

Sicuramente ne ho dimenticati molti altri, soprattutto i più moderni, ma non era mia intenzione creare una lista a tal proposito.

La questione è un'altra! …. fatta eccezione per quei poveri angeli addetti alla vendita di dischi, che si vedono arrivare tizio/a che gli dice:

… ieri sono stato/a ad un apericena e ho sentito un gruppo Jazz! … mi consigli qualcosa!
… Ma era un trio?
… non li ho visti in faccia, c'era un sacco di gente!
(Ad un concerto Jazz?)
… si sentivano le spazzole del batterista?
… perché fa anche il barbiere?
.. si! .. di Siviglia !!!!
(SILENZIO)

… se vuoi ti posso far sentire qualcosa di BAM?
… qualcosa di Italiano non c'è?

Fermi tutti! Qui nasce l'appartenenza di genere!
…. nella sua terribile ignoranza il Tizio/a non ha detto una stupidaggine !

A quanto pare negli State alcuni Fratelli dicono che quello che chiamiamo Jazz è morto  sessant'anni fa e che oggi andrebbe chiamato “BAM”, ossia Black American Music.

Le ripercussioni di questa affermazione sono a dir poco devastanti.

I mali minori sarebbero che:

I musicisti “J” non nero americani diventeranno orfani e magari si dedicheranno al revival !
(forse già lo fanno?)
I festival internazionali di “J” non nero americani potranno invitare musicisti che non fanno “J” !
(forse già lo fanno?)
Le scuole di musica “J” che accettano docenti e studenti non nero americani , dovranno utilizzare metodi classici occidentali ed estranei “all'improvvisazione sul palco !”
(forse già lo fanno?)

Comunque sono i mali minori!

****



I mali maggiori sono ben più seri e lontani dalle nostre realtà!

Da quando ho letto “ Che Razza Di Musica” del Maestro Stefano Zenni alcune mie impressioni si sono rafforzate, aprendo altre porte, ma soprattutto ho  alleggerito il mio senso di disagio nel coltivare la passione per una musica apparentemente lontana dal mio stato sociale e culturale.

Invito tutti a leggere questo libro che non parla di Jazz ma di che razza o di quante razze si è nutrito questo genere musicale e di come la musica sia un fenomeno culturale soggiogato dalla politica dei forti! ( in realtà deboli!)

Sicuramente quando ho letto il libro per la prima volta o avvertito un certo disorientamento....

Leggo e mi dico… ma come Zenni parla ed esalta i musicisti ebrei, quelli italiani, i creoli e tutte quelle figure mitologiche mezzosangue, come Mingus (Charles Mingus. Genio e sregolatezza , sempre di S.Zenni), per poi criticare duramente le prese di posizione dei Neri DOC, l'Islam, le Black Panter e le affermazioni separatiste di leader come Malcom X e Amiri Baraka (Jones LeRoi “ Il popolo del Blues).

Cavolo Lui, il nostro Zenni, che c' ha scritto libri, fa conferenze e recensioni, critica i “GIGANTI”!
Sicuramente sono io che l'ho letto male! Oppure avevo delle aspettative diverse!
comunque … lo devo rileggere!

La seconda volta e diventato tutto più chiaro, un po come quando ascolti “ I Love Supreme”, all'inizio storci il cervello poi ad ogni ascolto si apre uno spiraglio fino a quando percepisci solo la luce.
Nel libro l'Autore ci fa capire come l'importanza e la strumentalizzazione del“ concetto di razza” , in Americano e non solo, abbia influito in maniera sostanziale nella crescita di questo nuovo linguaggio.

Nel secolo scorso essere considerati NERI in America faceva la differenza. Quando Nick La Rocca e compagni incidevano il primo disco Jazz, non erano solo degli italiani bianchi, ma dei neri di New Orleans, oppure nessuna delle due ipotesi. Sicuramente erano figli di emigrati che vivevano nei quartieri degradati della città, tra portoricani e africani.” NERI!” .. e si! anche la loro formazione culturale non era differente dagli altri, di fatto non era una cosa eccezionale che quegli italiani suonassero Jazz, faceva parte del loro vissuto, della loro epoca, sono stati il giusto compromesso tra il dominio dei bianche e l'oppressione dei nero americani! …

E allo stesso modo si deve criticare l'idea di una razza superiore, biancha o nera che sia, a discapito di altre, perchè questo non contribuisce all'emancipazione di TUTTI.
La consapevolezza di essere Nero Americani è una nobile presa di posizione, ma non è differente da quella di essere Donne , Omosessuali , Immigrati o Diversamente Abili!
Ogni forma di assolutismo debilita il suo DNA, lo priva di quelle strutture essenziali all'evoluzione del suo GENOMA, rendendolo incapace di sostenersi e obbligandolo a nutrirsi del suo prossimo!
( sempre i deboli di prima)

La chiave che ho trovato in questo libro, ma anche in altri scritti non musicali, è VIRTUOSO!

Ma non come lo si intende adesso! … l'inarrivabile!

Il Virtuoso è colui che si mette al pari del suo prossimo e non si ferma alle apparenze, anzi fa tesoro della diversità , disapprovando l'omologazione!... La globalizzazione!

Dunque tra i mali peggiori c'è anche il fatto che oggi il termine BAM, relegherebbe ancora una volta il “J” in una sotto cultura privandola del giusto nutrimento!

Non è un caso però che questo sentimento sia risorto nell'attuale governo americano!”

arriviamo al punto!

C'è da dire che almeno per quello che riguarda il Jazz Italiano, negli anni, non ci si è mai posti in maniera decisa nell'affermare una peculiarità nostrana! .. ma piuttosto ci siamo limitati ad assimilare e ripetere quello che ci veniva dall'altro continente, senza mai dire … NO! Io non faccio Jazz faccio BMI ( Buona Musica Italiana)! … ma quando!!!!

“Pensa a tutti quelli che avrebbero dovuto rinunziare a dire “JASS” con il relativo accento della regione di appartenenza. Abbiamo preferito indossare questo mito americano! “
... L'americanizzazione! … senza imporci!


Be! … vista l'aria di elezioni! … voglio fare la mia proposta elettorale.

Visto il gran numero di musicisti, giornalisti, addetti stampa e tutti coloro che si muovono in maniera professionale nel settore della musica improvvisata, perché non coniamo un nostro termine per definire quest'arte non solo italiana, ma neanche esclusivamente europea, bensì globale, che non è più ne jazz, ne rock, tanto meno fusion, ma un'elaborazione individuale aperta alla contaminazione e alla divulgazione collettiva ?


Il Mio suggerimento è ME ossia Musica Estemporanea .

Il ME ha una radice latina ma anche anglosassone, speriamo no si offendano gli asiatici!
Sorry già da adesso!

Secondo ME rende molto il momento attuale , ricco di introspezione !

ME
una Musica per TUTTI !



Nonostante il tono scherzoso il mio è in sentimento serio che gradirei fossa condiviso”




Emanuele Cinelli 07/02/2018















martedì 6 febbraio 2018

To Play? … or not to ... Play ?





Sarà udibile dal prossimo 9 Febbraio “ Born To Be Why “ l'ultimissima produzione AUAND.

Dalla presentazione si comprende il lungo lavoro di preproduzione del trio EDNA, formato da Andrea Bozzetto (Fender Rhodes, Korg MS20), Stefano Risso (contrabbasso) e Mattia Barbieri (batteria e preparazioni sul set), nel dare vita ad un'opera completa ma allo stesso tempo frammentaria al punto giusto, lasciando spiragli e riflessione per i prossimi lavori.

A volte le lunghe gestazioni si perdono per la via, soprattutto nell'ambito della “ Musica Estemporanea” (ME*), dove si predilige un gesto improvviso privo di premeditazione. (anche se negli ultimi decenni la scolarizzazione/analitica dei patter è diventato più un evento ginnico/meccanico).

E qui si riflette “ To Play? … or not to Play ?” …. sicuramente To Play! … Musica = Gioco!

Si è persa la giusta interpretazione del gioco, nel quale si cerca di fare più punti che sbagli! 
... ma non era sbagliando che si impara?

Si legge spesso che Monk diceva ... uno “sbaglio” ripetuto due volte diventava una composizione or improvvisazione!”

Sembra anche che il concetto Armolodico di “Sua Eccellenza Ornette” sia nato da un'errore di lettura in chiave delle trasposizioni per strumenti a fiato !”


Comunque non è questo il caso, gli EDNA conoscono le regole del giocoe sanno che giocare è una cosa seriamente divertente, così ha preso i giusti tempi e le giuste misure per donarci un'insieme di creature sonore , sdoganando suoni tanto ostili agli ortodossi, piacevoli per gli atei e accattivanti per i neofiti.





Mi riferisco al suono aureo del Fender Rhodes e del Korg MS20, agli incroci ritimici e a tutte quelle evoluzioni che negli anni sono mutate da provocazioni a modernità, ampliando un linguaggio sonoro sempre più assetato, che la band ha saputo rigenerare e personalizzare con la giusta umiltà.

Tutti i brano sono ben strutturati, ognuno ha un suo paesaggio sonoro dove convivono fluide entità sonore. Non mancano le citazioni cinematografiche e certe inclinazioni sperimentali anni'70, ma non mi risulta che nascano piante senza un seme.
E qui di semi  ne hanno piantati molti, da abili agricoltori del suono sono usciti ed entrati dalle ormai banali etichette dei generi, creando il loro suono biodinamico.

Se volete saperne di più ….... cercateveli !







Produced by EDNA
Executive Producer: Marco Valente
Recorded at Play Studio, Bricherasio (TO) – Italy on January 9-11,2017
Engineer: Alberto Macerata
Cover Photo: Stefano Risso