mercoledì 7 febbraio 2018


ME
Musica Estemporanea





Sembra che la Musica abbia bisogno di essere relegata in generi.
Una necessità nata assieme alla discografia, o comunque un retaggio della cultura classica occidentale! … Babilonia!

Nei primi decenne del ventesimo secolo la cosa risultava abbastanza semplice, c'era la musica colta e quella popolare, poi arrivarono i primi dischi di Blues e di Jazz.
In seguito agli anni venti potevamo catalogare la nostra discoteca tra Jazz Classico, Swing, Soul, Gospel, Delta Blues, Blues Classico, Chicago Style, New Orleans, Cajun e Zydeco.
In Europa nasceva la musica Contemporanea, il Minimalismo e le prime divagazioni Jazz Eurocolte.

In Seguito agli anni quaranta i generi continuano a crescere, nasce il Be Bop, il Rhythm'n' Blues, il Rock' n' Roll, il Latin Jazz, La Bossa Nova, il Country, Country Swing, il Jazz Manouches e molti altri!

Dopo i sessanta con il Rock non c'è stato un freno, tutto si è evoluto senza controllo, …. Progressive, Fusion, Punk, Metal, Avant Garde e non dimentichiamo la New Age!

Sicuramente ne ho dimenticati molti altri, soprattutto i più moderni, ma non era mia intenzione creare una lista a tal proposito.

La questione è un'altra! …. fatta eccezione per quei poveri angeli addetti alla vendita di dischi, che si vedono arrivare tizio/a che gli dice:

… ieri sono stato/a ad un apericena e ho sentito un gruppo Jazz! … mi consigli qualcosa!
… Ma era un trio?
… non li ho visti in faccia, c'era un sacco di gente!
(Ad un concerto Jazz?)
… si sentivano le spazzole del batterista?
… perché fa anche il barbiere?
.. si! .. di Siviglia !!!!
(SILENZIO)

… se vuoi ti posso far sentire qualcosa di BAM?
… qualcosa di Italiano non c'è?

Fermi tutti! Qui nasce l'appartenenza di genere!
…. nella sua terribile ignoranza il Tizio/a non ha detto una stupidaggine !

A quanto pare negli State alcuni Fratelli dicono che quello che chiamiamo Jazz è morto  sessant'anni fa e che oggi andrebbe chiamato “BAM”, ossia Black American Music.

Le ripercussioni di questa affermazione sono a dir poco devastanti.

I mali minori sarebbero che:

I musicisti “J” non nero americani diventeranno orfani e magari si dedicheranno al revival !
(forse già lo fanno?)
I festival internazionali di “J” non nero americani potranno invitare musicisti che non fanno “J” !
(forse già lo fanno?)
Le scuole di musica “J” che accettano docenti e studenti non nero americani , dovranno utilizzare metodi classici occidentali ed estranei “all'improvvisazione sul palco !”
(forse già lo fanno?)

Comunque sono i mali minori!

****



I mali maggiori sono ben più seri e lontani dalle nostre realtà!

Da quando ho letto “ Che Razza Di Musica” del Maestro Stefano Zenni alcune mie impressioni si sono rafforzate, aprendo altre porte, ma soprattutto ho  alleggerito il mio senso di disagio nel coltivare la passione per una musica apparentemente lontana dal mio stato sociale e culturale.

Invito tutti a leggere questo libro che non parla di Jazz ma di che razza o di quante razze si è nutrito questo genere musicale e di come la musica sia un fenomeno culturale soggiogato dalla politica dei forti! ( in realtà deboli!)

Sicuramente quando ho letto il libro per la prima volta o avvertito un certo disorientamento....

Leggo e mi dico… ma come Zenni parla ed esalta i musicisti ebrei, quelli italiani, i creoli e tutte quelle figure mitologiche mezzosangue, come Mingus (Charles Mingus. Genio e sregolatezza , sempre di S.Zenni), per poi criticare duramente le prese di posizione dei Neri DOC, l'Islam, le Black Panter e le affermazioni separatiste di leader come Malcom X e Amiri Baraka (Jones LeRoi “ Il popolo del Blues).

Cavolo Lui, il nostro Zenni, che c' ha scritto libri, fa conferenze e recensioni, critica i “GIGANTI”!
Sicuramente sono io che l'ho letto male! Oppure avevo delle aspettative diverse!
comunque … lo devo rileggere!

La seconda volta e diventato tutto più chiaro, un po come quando ascolti “ I Love Supreme”, all'inizio storci il cervello poi ad ogni ascolto si apre uno spiraglio fino a quando percepisci solo la luce.
Nel libro l'Autore ci fa capire come l'importanza e la strumentalizzazione del“ concetto di razza” , in Americano e non solo, abbia influito in maniera sostanziale nella crescita di questo nuovo linguaggio.

Nel secolo scorso essere considerati NERI in America faceva la differenza. Quando Nick La Rocca e compagni incidevano il primo disco Jazz, non erano solo degli italiani bianchi, ma dei neri di New Orleans, oppure nessuna delle due ipotesi. Sicuramente erano figli di emigrati che vivevano nei quartieri degradati della città, tra portoricani e africani.” NERI!” .. e si! anche la loro formazione culturale non era differente dagli altri, di fatto non era una cosa eccezionale che quegli italiani suonassero Jazz, faceva parte del loro vissuto, della loro epoca, sono stati il giusto compromesso tra il dominio dei bianche e l'oppressione dei nero americani! …

E allo stesso modo si deve criticare l'idea di una razza superiore, biancha o nera che sia, a discapito di altre, perchè questo non contribuisce all'emancipazione di TUTTI.
La consapevolezza di essere Nero Americani è una nobile presa di posizione, ma non è differente da quella di essere Donne , Omosessuali , Immigrati o Diversamente Abili!
Ogni forma di assolutismo debilita il suo DNA, lo priva di quelle strutture essenziali all'evoluzione del suo GENOMA, rendendolo incapace di sostenersi e obbligandolo a nutrirsi del suo prossimo!
( sempre i deboli di prima)

La chiave che ho trovato in questo libro, ma anche in altri scritti non musicali, è VIRTUOSO!

Ma non come lo si intende adesso! … l'inarrivabile!

Il Virtuoso è colui che si mette al pari del suo prossimo e non si ferma alle apparenze, anzi fa tesoro della diversità , disapprovando l'omologazione!... La globalizzazione!

Dunque tra i mali peggiori c'è anche il fatto che oggi il termine BAM, relegherebbe ancora una volta il “J” in una sotto cultura privandola del giusto nutrimento!

Non è un caso però che questo sentimento sia risorto nell'attuale governo americano!”

arriviamo al punto!

C'è da dire che almeno per quello che riguarda il Jazz Italiano, negli anni, non ci si è mai posti in maniera decisa nell'affermare una peculiarità nostrana! .. ma piuttosto ci siamo limitati ad assimilare e ripetere quello che ci veniva dall'altro continente, senza mai dire … NO! Io non faccio Jazz faccio BMI ( Buona Musica Italiana)! … ma quando!!!!

“Pensa a tutti quelli che avrebbero dovuto rinunziare a dire “JASS” con il relativo accento della regione di appartenenza. Abbiamo preferito indossare questo mito americano! “
... L'americanizzazione! … senza imporci!


Be! … vista l'aria di elezioni! … voglio fare la mia proposta elettorale.

Visto il gran numero di musicisti, giornalisti, addetti stampa e tutti coloro che si muovono in maniera professionale nel settore della musica improvvisata, perché non coniamo un nostro termine per definire quest'arte non solo italiana, ma neanche esclusivamente europea, bensì globale, che non è più ne jazz, ne rock, tanto meno fusion, ma un'elaborazione individuale aperta alla contaminazione e alla divulgazione collettiva ?


Il Mio suggerimento è ME ossia Musica Estemporanea .

Il ME ha una radice latina ma anche anglosassone, speriamo no si offendano gli asiatici!
Sorry già da adesso!

Secondo ME rende molto il momento attuale , ricco di introspezione !

ME
una Musica per TUTTI !



Nonostante il tono scherzoso il mio è in sentimento serio che gradirei fossa condiviso”




Emanuele Cinelli 07/02/2018















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