HOODYA
record-y
Il 28 aprile scorso è stato pubblicato dalla Record Y il primo disco del progetto denominato Hoodya , formato da Camilla Battaglia & Rosa Brunello. Registrato un anno fa, poi è stato lasciato decantare,
successivamente prodotto e rimaneggiato dal poliedrico
Si tratta di un concept album dove il tema principale è la canzone, quasi tutte cover , fatta eccezione per i due brani originali ,
Carve e I Should not live in vane .
Parliamo di un disco molto ambient (voce, basso/contrabbasso, effetti analogici di vario tipo e synth/live electronics) con pochissimi elementi e tutto basato sui micro dettagli. I brani spaziano da Tom Waits a Samuele Bersani e sono trattati a volte in modo estremamente essenziale e melodico, altre volte in modo più complesso e dissacrante.
Dalle alte sfere ci informano:
Si sono spesso incrociati per sbaglio, ma si sono incontrate musicalmente nella primavera del 2017 a Berlino. Sempre di più si è resa palese la possibilità per entrambe di esplorare insieme senza limiti di genere o direzione, cosa tanto speciale quanto rara. Questo ha permesso la creazione di un repertorio che non si identifica nella scelta dei singoli brani, che arrivano da tradizioni e paesi lontani, ma nell’intenzione univoca che si sprigiona naturalmente nella performance di un duo a cui difficilmente si può affibbiare un’etichetta.
A nostro parere il disco in questione ci sembra elettrizzante, non una elettricità prepotentemente invasiva ma che dolcemente ti pervade. Qualcosa che ti entra dentro ma che sembrava già esserci. Quella vibrazione chiamata anima che troppo spesso teniamo reclusa in questo involucro tramortito da stereotipi dall'immagine sempre più aliena. Un'elettricità che non scuote molesta ma che ansi ti culla, ti sostiene mentre sei sospeso nello spazio intriso di sensazioni che riemergono dai ricordi .
Un ascolto "leggero" che ti tiene sulle spine, ad ogni brano la curiosità è sempre viva, la capacità di riarrangiare, manipolare e reinventare canzoni già note, è altissima. Le due protagoniste hanno entrambe una carriera ricca di collaborazioni e progetti propri che hanno riscosso molti consensi dalla critica.
L'alto livello dei due brani originali ci fa rimpiangere un album di soli inediti, che speriamo arrivi presto, anche perché i mezzi e le competenze non mancano.
Dobbiamo ammettere che la cover di Renato Zero ci ha un po' spizzato, soprattutto perché prima della loro versione non ne avevamo colto la poesia, tolto il ritornello, perché richiama troppo l'originale, il resto del brano sembra avere un'altra luce, ne comprendiamo meglio il messaggio.
ascoltatelo attentamente assorti e potrete dire ...
"I have not lived in vain"