giovedì 12 ottobre 2017

Sono 87.000 gli euro della raccolta fondi calcolati fino ad ora
Il Jazz italiano si mobilita per la costruzione del Centro polifunzionale di Amatrice




Ammonta a circa 87.000 euro la somma raccolta attraverso le sottoscrizioni e la raccolta fondi de Il Jazz italiano per le terre del sisma.
Tale somma è il risultato delle iniziative del 2017 e del 2016 (il Jazz italiano per Amatrice), finalizzate, grazie alla collaborazione con Io Ci Sono Onlus, alla costruzione del Centro Polifunzionale di Amatrice e alle successive attività socio-culturali che daranno vita e respiro alla struttura.
Al totale calcolato fino a questo momento,andranno poi aggiunte le somme raccolte dai commercianti presenti per la ristorazione e dal Comune dell’Aquila, nonché i 3500 euro raccolti dalla Nazionale Italiana Jazzisti grazie alla partita di calcio di beneficenza del 2 settembre e ad altre iniziative collaterali, che saranno destinati all’acquisto di strumenti musicali per la Banda di Amatrice.

La quattro giorni de Il Jazz italiano per le terre del Sisma si è svolta in quattro città, coinvolgendo oltre 700 musicisti provenienti da tutta Italia: il 31 agosto a Scheggino (PG), il 1 settembre a Camerino(MC), il 2 settembre ad Amatrice (RI), e il 3 settembre a L’Aquila, con concerti e iniziative che hanno ribadito la vicinanza di tutto il mondo del jazz ai territori e alle popolazioni colpiti dal terremoto.Solidarietà e unione fanno quindi ancora rima con jazz. “Il jazz italiano per L’Aquila” è stato il primo capitolo di un percorso importante, significativo, indimenticabile che ha visto riversarsi nel capoluogo abruzzese, il primo weekend del settembre 2015, un fiume di persone appassionate che si sono strette attorno al cuore di una realtà ancora profondamente segnata dal terremoto del 2009. L’anno successivo, il tentativo di organizzare una seconda edizione è stato spazzato via dal terribile sisma che ha messo in ginocchio il centro Italia, il 24 agosto. Tutta l’Italia del jazz, però, si è prontamente mobilitata per riuscire a riunire i pezzi di un progetto che, alla luce di quanto successo, poteva avere ancora più valore. Il 4 settembre 2016 la penisola intera, da Courmayeur a Lampedusa, ha visto nascere “Il jazz italiano per Amatrice”, una maratona nazionale che ha avvicinato e unito i cuori e i luoghi nel grande abbraccio della musica.


Quest’anno siamo tornati all’Aquila con la formula originaria - dichiara il direttore artistico, Paolo Fresu - con quasi 600 artisti in un’unica giornata, distribuiti in circa 100 concerti su 17 palchi posti in strade, piazze, chiostri e cortili appena restaurati e riaperti al pubblico (un altro messaggio importante, non solo per la città ma per tutto il Paese), chiese, basiliche, fontane e luoghi simbolici tra cui la meravigliosa Fontana delle 99 Cannelle, alla presenza del Ministro Franceschini, del Sindaco dell’Aquila e di varie autorità e la Casa dello Studente, luogo simbolo del sisma, teatro di un dramma in cui persero la vita otto giovani.
In questa edizione, non potevamo certo ignorare la nuova geografia del sisma, modificatasi e ampliatasi di recente. Non solo Amatrice, Arquata del Tronto e Accumuli ma anche i centri colpiti dal terremoto nelle Marche e nell’Umbria. È stato così che la giornata di quest’anno si è trasformata in una quattro giorni dove l’abbraccio del jazz italiano è stato ancor più corale ed esteso. Il 31 agosto a Scheggino, piccolo paese della Val Nerina, abbiamo voluto dimostrare che un borgo bellissimo e in parte graziato dal sisma può essere fruito da tutti quei turisti che troppo spesso ignorano luoghi così belli e silenziosi, sostenendo un’economia che si basa soprattutto sul turismo. Il primo settembre siamo stati a Camerino, città purtroppo danneggiata al punto da essere piantonata dall’Esercito e abbiamo abbracciato una comunità di artisti e organizzatori che in poche ore drammatiche ha perso i propri teatri che erano riferimento per un’intera Regione.
Infine il 2 settembre siamo stati ad Amatrice, memori di ciò che è accaduto lo scorso anno. Il sogno, già da allora, era di portarvi una serata di musica che confortasse i cittadini dopo un anno vissuto duramente, coscienti delle difficoltà organizzative e del rispetto per i morti, per le loro famiglie e per la comunità colpita. In quel contesto abbiamo ritenuto giusto, insieme alla Croce Rossa e all’Associazione IoCiSono, tenere un concerto intimo nel luogo esatto dove sorgerà il Centro Polifunzionale di Amatrice da noi donato, nella speranza che tra un anno, se il programma dei lavori non subirà ritardi, la musica potrà risuonare in quello spazio.
Siamo tornati all’Aquila il 3 settembre 2017, con una lunga giornata finalmente possibile nella sua forma originaria, con l’idea di rivitalizzare un centro storico ferito, di aprire al pubblico spazi fino a ieri non accessibili per riempirli di musica e per dimostrare che la città ce la può fare se l’anima poetica ed emozionale prende il sopravvento. Abbiamo portato emozioni e ci siamo emozionati nel diffondere la musica che amiamo, guardando gli occhi lucidi degli aquilani ma anche e soprattutto i sorrisi di una giornata finalmente spensierata.”

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