domenica 24 maggio 2020



"hegel"






 Devo dire che ho trovato sin da subito molto interessante la proposta di partecipare ad “hegel”.




 Seguendo da anni Alessandro Galati ho compreso che non è una persona che lascia molto al caso, ogni suo progetto è il frutto di un attento lavoro di pre produzione. La scelta dei contenuti, il messaggio e i mezzi sono curati con grande passione. 





 Anche il fatto di assistere ad un concerto in streaming non mi ha sorpreso molto, in questi ultimi mesi siamo stati tempestati di video di ogni genere.




 Quello che mi ha sorpreso è stata la qualità del suono, il clima e il calore che hanno saputo trasmettere i tre protagonisti.




 Stando seduto comodamente nel mio salotto, al buglio, in compagnia di un buon prosecco, per tre miti e silenziose serate ho potuto godermi tre concerti di grande spessore. La proposta è stata molto articolata. I tre artisti si sono alternati spesso mantenendo alta la curiosità degli ascoltatori. I temi delle tre serate erano diversi, la prima sera l'improvvisazione, la seconda standards e l'ultima i loro brani originali. 





 Non sono mancati alcuni problemi tecnici “della diretta”,che a mio avviso hanno contribuito a rendere l'evento più spontaneo. 






 Ho anche apprezzato la lettura dei messaggi del pubblico alla fine di ogni serata, dove a noi spettatori, in mancanza di applausi, ci ha permesso di ricambiare con ironiche battute e sinceri complimenti.






 Nel complesso il tutto ha superato le mie aspettative. Il suono era ottimo su tutto il registro del pianoforte, con una ripresa dinamica calda e potente che mi ha dato l'impressione di essere nella stessa stanza. Sono certo che con questo tipo di qualità il progetto verrà seguito sempre da più persone.



  





M: Come uomo e come artista, quale è stata la tua prima reazione al lockdown e come sei riuscito a sopravvivervi ?

AG: In un primo momento ho avuto tanta preoccupazione e sconforto nel vedere tutti quei decessi. Un nemico invisibile che ha messo il mondo intero con le spalle al muro. In seguito ho sentito il bisogno di reagire, di aprire una porta sicura che mi permettesse di continuare a fare il mio lavoro con professionalità e passione.




M: Cosa ne pensi delle video lezioni, possono essere un'alternativa alla scuola?

AG: Penso che nel nostro paese ci sia una scarsa informatizzazione, pochi la sanno utilizzare in modo proficuo. Come pianista e tastierista utilizzo il MAC da quando avevo quattordici anni. Per “hegel” ho sfruttato tutte le risorse in mio possesso per offrire un prodotto valido, cercando informazioni e ampliando le mie competenze. Io non insegno più da un paio di anni, però ho notato molte difficoltà per chi fa le lezioni a distanza, sicuramente col tempo e con le giuste risorse si raggiungerà un equilibrio.





M: Perché il settore dello spettacolo è stato così discriminato dalle manovre di emergenza del covid19?

AG: Ci sarebbe da parlarne per ore! ...purtroppo chi ci governa non conosce e non vive l'arte pertanto non la capisce e non ne comprende il valore. Leggendo alcuni articoli ho appreso che mentre in Italia è stato stanziato solo l'1%, in Germania sono stati inviati 5000 euro ad ogni artista. In più, mentre Conte se ne usciva con “quegli artisti che ci fanno tanto divertire!” La Merkel ha speso parole di solidarietà e di grande stima verso il settore. Questo ti fa capire qual è la considerazione che abbiamo nel nostro paese!




M: Come nasce il progetto hegel?

AG: Come ti accennavo prima, avevo bisogno di qualcosa che mi potesse aiutare ad emergere dall'isolamento. La reazione di molti artisti anche di grande livello è stata quella di pubblicare dei video che a mio parere non gli rendevano giustizia in termini di qualità del suono. Così sono stato fermo ad osservare, pensando a come potevo offrire un prodotto professionale e a pagamento, anche se poco, visti i tempi!, ma abbastanza per ricordare che il nostro è un lavoro a tutti gli effetti e come tale va fatto con competenza e retribuito.





M: Pensi possa diventare un format?

AG: C'è già in programma un evento per il prossimo mese, sarà diverso dal primo ma non ti voglio anticipare altro !






M: La scelta di tre pianisti fiorentini è stata condizionata dalle restrizioni del covid 19 oppure c'era già un progetto?

AG: Nessun progetto, Simone e Alessandro vivono a cento metri da casa mia!!




M: Che rapporti hai con loro ?

AG: Simone, quando io ero giovanissimo, è stato un mio allievo. Sono due prodigi, artisti internazionali che stimo molto, mi sembravano le persone giuste da coinvolgere in questa nuova avventura.




M: Chi si è occupato dell'aspetto tecnico?

Come ti dicevo, non mi sarei mai esposto in questo progetto se non fossi stato più che sicuro sulla qualità, così ho utilizzato il mio studio di registrazione, per il quale ho investito molto tempo e denaro. Ho fatto le mie ricerche su come impostare le riprese , quale piattaforma utilizzare, insomma mi sono speso molto per offrire qualcosa di valido!!







( Lo studio di cui parla il Galati è lo stesso che ha utilizzato, con grande sensibilità e competenza, per “l'editing” delle tracce inedite incise da Luca Flores alcuni giorni prima della sua prematura e tragica morte. Il materiale gli è stato consegnato da Paolo Flores fratello di Luca. Dopo un'attenta selezione ed un abile lavoro di “taglio e cucito”, le tracce sono state inserite nell'album INNOCENT distribuito dalla Auand Records )


M: Pronostici per il futuro ?

AG: “hegel”......il prossimo mese!








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