Scar Let
“per lasciarsi curare dalla musica”
… è il nuovo album pubblicato con Auand Records dal
chitarrista Stefano Coppari, con Nico Tangherlini al pianoforte,
Lorenzo Scipioni al contrabbasso e Jacopo Ausili alla batteria.
Parlando della band Coppari ci confida che … «Ognuno ha
apportato idee, arrangiamenti e stimoli su cui poi abbiamo potuto
costruire un suono, in un percorso che ci ha portato a vivere questi brani e l’idea di band in modo molto efficace e produttivo
».
L’unico brano non originale del disco è proprio quello che ha
segnato la loro svolta, “La Mouffe”.
«Per partecipare
all’International Jazz Festival Johnny Raducanu, abbiamo voluto
arrangiare un brano del compositore omonimo. Mentre lo provavamo ci
siamo accorti che stava nascendo un suono di gruppo, una sensazione
difficile da spiegare, ma eravamo molto eccitati da questa cosa. È
stato un momento molto illuminante, che ci ha permesso di credere
nella direzione musicale in cui stavamo andando».
Il nuovo disco di Stefano Coppari &
Co. rientra in quella categorie che io chiamo dal “SILENZIO”.
Mi spiego …
Spesso negli album, soprattutto in
quelli dei chitarristi, sento un fare musica strettamente legato al
proprio strumento, alle possibilità che offre, estensione, timbro,
effetti e tutto il corredo che ne viene. La ricerca e vivisezione
dello strumento fanno comunque parte di una crescita artistica, ma
spesso alcuni musicisti trascurano i contenuti. Questa mancanza di
equilibrio e l'ossessione di riempire tutti gli spazi col maggior
numero di note possibile cancellano quel poco di buono che invece
andava valorizzato.
Coppari e la sua crew sono esperti
navigatori del mondo sonoro, tutti si adoperano per sostenere e
lascia vibrare questo fatidico equilibrio, tra armonia e melodia, tra
contemporaneo ed estemporaneo, guidandoci in contesti sensoriali che
si possono sfiorare solo con lo spirito di condivisione.
Come dicevo in questo album sento molto
la presenza del Silenzio, come se ogni suono emerge dal nulla e
nel nulla sprofonda.
Il Silenzio visto come un foglio bianco da
scrivere o dipingere, o semplicemente da contemplare.
I brani si susseguono come in una lunga
suit,
ben distinti ma comunque connessi.
«“Scarlet” può facilmente diventare “Scar Let”,
sfruttando il verbo “To Let” (lasciare, permettere) e il
sostantivo “Scar” (cicatrice), il titolo suggerisce anche un
lasciarsi cicatrizzare, un lasciarsi curare attraverso la musica. E
come sia possibile farlo attraverso le nostre passioni, le persone e
i luoghi che amiamo e che permettono di rimarginare le nostre
ferite».
La duplice interpretazione dei titoli non è un semplice
gioco di parole ma più una dichiarazione di intenti, un modo per
dire che ognuno lo può ascoltare a modo suo.
Scomporlo e ricomporlo
secondo le varianti del proprio stato d'animo.
Anche i singoli musicisti sembrano
giocare in questo modo, ognuno si concede lunghe pause e quando
decide di partecipare lo fa con naturale integrazione. A volte
qualcuno inizia una frase e qualcun altro la termina.
Anche nell'
improvvisazione vengono inserite micro pause di riflessione e
contemplazione, aumentando e sciogliendo l'intreccio di tensioni.
In conclusione l'album si presenta come
un "Armonico Paesaggio Sonoro", dove si può decidere di peregrinare o
sedersi e meditare, dove il Silenzio si tinge con l'arcobaleno dei
colori dell'animo e il tempo si annulla lasciando il posto all' immaginazione.
Brani:
01
Verde Come
02
Alt Her Ego
03
Maine Coon
04
La Mouffe
05
Mojmak
06
Earthbeat
07
Piagura
08
Scar Let
Produced
by Stefano Coppari
Executive
Producer: Marco Valente
Recorded
at Artesuono Recording Studio, Cavalicco (UD) – Italy
Engineer:
Stefano Amerio
Cover
Photo: Annalisa Pasquale
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