martedì 26 febbraio 2019

Encelado




I LUZ, Giacomo Ancillotto alla chitarra, Igor Legari al contrabbasso 
e Federico Scettri alla batteria, tornano sulla scena discografica
 con un nuovo album dal titolo Encelado, uscito il 15 febbraio per la
 Auand Records.

I 9 brani originali che animano l'album sono estremamente eterogenei
, i LUZ di fatto non sono una band monotonica, le loro continue 
mutazioni nella musica d'improvvisazione viaggia tra il rock e il 
jazz. Non un surrogato Fusion, ma una vera ricerca di intenti. 
Sparsi qua e la, senza scopiazzare nessuno,in brani come e Soyuz e 
Control si possono ascoltare colorazioni scure e aspre che vanno dai 
Skeleton Crew ai Naked City, altre, come in Chullachaqui , più noir e calde 
come gli australiani Dirty Three.


Atacama , credo dedicata all'omonimo deserto dell'America meridionale
 dove forse i nostri hanno piacevolmente gozzovigliato, è un 
blues dalle divagazioni acide ed eclettiche, la chitarra di Ser 
Ancillotto apre con un suono apparentemente acerbo ed incerto, che 
ricorda il Frisell più estremo, per poi tessere con il resto della 
band un groviglio di suoni, mantenendo comunque il sapore di un blues 
classico.





Tutti i brani hanno una spiccata personalità, sono un arcipelago 
di isole o pianeti, ognuno popolato da esseri diversi, dove i nostri
 si producono con grande estro in linguaggi diversi,asciutti e 
inequivocabili, senza fronzoli.




Non priva di riferimenti e citazione è Fricus, questo latin eseguito 
con grande patos è la giusta conclusione di un viaggio splendido.
 Partiti con la navicella Soyuz, dopo aver imbarcato almeno
 qualche disco di David Bowie, per addolcire l'ira di Encelado, 
rimasto nel deserto di Atacana, da dove è partita l'astronave, 
perchè era troppo grande per entrarvi dentro.


Un viaggi in realtà di Salgariana memoria, dove no ci siamo spostati 
di un passo, però di fatto abbiamo ascoltato, annusato e toccato 
con mano gli angoli più remoti della loro e della nostra LUZ Zone!




Di grande effetto e molto attinente è la copertina dell’album, 
regalata all’ensemble dal pittore cileno Juan Martinez Bengoechea, 
descrive tre uomini persi in uno spazio sconfinato nel quale non 
si perdono d'animo ma ansi sono pronti a mettersi in discussione, 
alternandosi in un gioco di ruoli dove a turno inventano 
nuovi personaggi e percorsi che infittiscono la trama.


Il tour di Encelado inizia il 28 Febbraio al Cantiere di Roma e 
prosegue il 14 Marzo a UnTubo di Siena, il 16 allo Swing Bar 
di Conegliano Veneto, il 17 alla Foresteria Campo Canoa di Mantova 
e il 18 al Torrione di Ferrara.





BUON VIAGGIO !!!!



martedì 12 febbraio 2019

Giacomo Tantillo in concerto alla Casa del Jazz
presenta
Water Trumpet
Giovedì 14 febbraio ore 21.00








Giovedì 14 febbraio, alle 21.00, Giacomo Tantillo in concerto alla Casa del Jazz di Roma, per presentare “Water Trumpet”. Con lui sul palco un quartetto d’eccezione formato da Andrea Rea al pianoforte, Giovanni Villafranca al contrabbasso ed Enrico Morello alla batteria.

“Water Trumpet” è un’opera prima, la realizzazione di un progetto in cui Tantillo ha impegnato tutto se stesso, elaborando e limando i brani fin nel dettaglio. Ideato nell’arco di due anni, l’album è il frutto delle esperienze artistiche e umane, a cavallo tra la Sicilia e il periodo di studi al Berklee College of Music di Boston. Esperienza, quest’ultima, che ha cambiato in maniera significativa la musica di Tantillo.








Connubio di lirismo e tecnica, sintesi autentica dello spirito audace e visionario di un musicista alla ricerca della sua voce, “Water Trumpet” è anche, letteralmente, una tromba con l’acqua dentro, ironica e impertinente come chi ha avuto l’intuizione di osare solo immaginarla. Tantillo, infatti, rispondendo a una sfida che gli era stata lanciata, versa dell’acqua nella sua tromba, improvvisa poche note e si rende conto che il suono è cambiato fino a farsi torbido. È così che nasce il brano “Water Trumpet”, unico e inconfondibile, tanto da diventare il titolo stesso dell’album

Pur essendo il primo come titolare, Giacomo Tantillo aveva già registrato un album d’esordio, “Rewind”, inciso insieme a Francesco Patti a seguito del premio ex-equo nella XVI edizione del Premio Internazionale Massimo Urbani per solisti Jazz. Ma con Water Trumpet, Tantillo compie qualcosa di diverso grazie anche all’intesa con i musicisti del suo quartetto che hanno abbracciato il progetto come fosse il loro. Attingendo alle sue esperienze di vita legate sia alla Sicilia che all’America, Tantillo va alla ricerca di una connessione tra quei due mondi apparentemente così distanti, una sintesi che sembra passare proprio attraverso l’acqua versata fortuitamente nello strumento. Infatti, se da una parte nell’album si possono ascoltare musiche originali di Tantillo, dall’altra non manca l’omaggio al musicista statunitense Woody Shaw con i brani “Stepping Stone” e “In case you haven’t heard”. 








Questo innovatore del linguaggio improvvisativo trombettistico non ha ancora conquistato il suo giusto spazio - secondo Tantillo che sceglie di inserirlo proprio perché - Non capita spesso di sentire la sua musica ma è un trombettista inimitabile ed è grazie a lui se ho preso una direzione personale, sperando di trovare davvero la mia voce. 

Reminiscenze vaghe del timbro o del fraseggio di Shaw si ritrovano nei brani di Tantillo, come è il caso di “Spottino” composto alla fine del periodo di studio al Berklee College of Music di Boston. Ma per il trombettista palermitano non si tratta mai di riprendere lo stile di qualcun altro (fosse anche Shaw), piuttosto di filtrare quelle musiche attraverso la propria sensibilità, per farne qualcosa di nuovo. È il caso di “Valentine” che rimanda all’altra “Funny Valentine” di Miles Davis pur risultando completamente differente all’ascolto. 

Dall’altro lato dell’oceano, invece, si ritrovano i brani ‘mediterranei’ di Tantillo come “Il balcone del marchese” scritto tra le sale da ricevimento di un giovane rampollo siciliano, allievo del trombettista. Una melodia calda si mescola a una costruzione armonica più ruvida fatta di accordi ibridi e alterati, il connubio perfetto per descrivere le contraddizioni di una villa nobiliare sopravvissuta alla modernità. E poi c’è “Nei meandri dei Parrini”, il vecchio borgo medievale che Giacomo attraversa ogni giorno per andare al lavoro.

Storie di vita raccontate in musica con la leggerezza dell’(auto)ironia, capaci in pochi tratti di evocare luoghi e situazioni tra loro lontanissimi ma tutti riversati, come un oceano, nella tromba di Tantillo

Sito
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Formazione
Giacomo Tantillo, tromba
Andrea Rea, pianoforte
Giovanni Villafranca, contrabbasso
Enrico Morello, batteria

Giovedì 14 febbraio 2019, ore 21.00
Casa del Jazz, Viale di Porta Ardeatina
55 00153 Roma

Biglietti
Ingresso: € 10.00
Riduzioni: I love Auditorium, Conservatorio

Contatti:
tel. 0680241281
Orari biglietteria Casa del Jazz
La biglietteria è aperta al pubblico nei giorni di spettacolo dalle ore 19 fino a 30 minuti dopo l’inizio degli eventi.

Call Center Zètema (Comune di Roma)
Tel. 06.06.08
(servizio con tariffa urbana del Comune di Roma, attivo tutti i giorni dalle ore 9:00 alle ore 19:00)

Call Center TicketOne
Tel. 892101 (servizio a pagamento).
 Dal lun al ven 8:00-21:00; sab: 9:00-17:30; dom chiuso.

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mercoledì 6 febbraio 2019

The Nesbø Project in concerto a Roma
Omaggio all’universo noir di Jo Nesbø

Sabato 9 febbraio, ore 21.00
Auditorium Parco della Musica Teatro Studio Gianni Borgna





Sabato 9 febbraio 2019, ore 21.00, al Teatro Studio Gianni Borgna dell’Auditorium Parco della Musica di Roma, concerto omaggio a Jo Nesbo del quintetto newyorkese The Nesbø Project di Marco Cappelli, per presentare l’album “Norwegian Landscapes”, ultimo di una trilogia dedicata al noir.

Dopo il concerto di presentazione del 7 febbraio a New York, l’ensemble formato da Marco Cappelli (chitarra), Ken Filiano (contrabbasso), Satoshi Takeishi (percussioni) e i guests Shoko Nagai (bandoneon e live elettronics) e Oscar Noriega (clarinetti) presenta a Roma il nuovo album “Norwegian landscapes”, liberamente ispirato all’universo noir di Jo Nesbø.

Con “Norwegian Landscapes”, Marco Cappelli sceglie i racconti oscuri e inquietanti di Jo Nesbø per concludere la sua trilogia dedicata al noir, dopo Les Nuages en France (2011) dedicato a Fred Vargas e Le stagioni del Commissario Ricciardi (2013), ispirato a Maurizio De Giovanni. Per l’occasione, il chitarrista amplia il suo trio coinvolgendo il clarinettista Oscar Noriega e la polistrumentista esperta di live elettronics, Shoko Nagai. Il nome dato a questo nuovo quintetto è The Nesbø Project e la forma scelta per dar musica alle fredde narrazioni del norvegese è la suite strumentale. “Norwegian Landscapes”, infatti, è una suite formata da sette brani composti intervallati da altrettanti interludi improvvisati. L’album, nella versione edita dall’etichetta Da Vinci, si avvale anche della partecipazione di DJ Olive, noto per le sue collaborazioni con Uri Caine o Dave Douglas.







L’ispirazione letteraria è da sempre alla base del Marco Cappelli Acoustic Trio, che combina il suono della chitarra classica preparata di Cappelli con il timbro profondo del contrabbasso di Ken Filiano e il personalissimo set di percussioni che Satoshi Takeishi ha costruito per riuscire a dar voce al suo ritmo. Il Trio nasce a New York nel 2009 durante una residenza presso il Barbes, famoso club di Brooklyn. I tre componenti, tra gli improvvisatori più attivi nella scena newyorkese, non fanno fatica a consolidare la loro reputazione in gruppo avendo accesso ai luoghi storicamente legati all’avanguardia musicale della Grande Mela come Brecht Forum, Roulette, il famoso The Stone (diretto da John Zorn), oltre a teatri ‘istituzionali’ come l'Auditorium del Mannes College.
È il 2011 quando il Marco Cappelli Acoustic Trio effettua il suo primo tour europeo presentando Les Nuages en France, primo lavoro discografico. Il Trio torna in Europa nell’inverno del 2013 e nell’autunno 2014, terminando il tour a Milano presso le Officine Meccaniche di Mauro Pagani con la registrazione delle musiche ispirate ai personaggi dello scrittore Maurizio De Giovanni e alla figura del commissario Ricciardi, poliziotto attivo nella Napoli fascista degli anni ’30. L’album Le Stagioni del Commissario Ricciardi è pubblicato dalla prestigiosa etichetta discografica Tzadik, diretta da John Zorn, e riscuote un successo di critica immediato, sia in Italia che all’estero, ricevendo ‘four stars’ dalla prestigiosa rivista DownBeat. Nel 2015 il trio debutta al Napoli Teatro Festival con l’attore Andrea Renzi (che parteciperà anche al concerto del 14 febbraio come voce narrante) portando per la prima volta il Commissario Ricciardi in teatro.

Formazione The Nesbø Project
Marco Cappelli, chitarra
Ken Filiano, contrabbasso
Satoshi Takeishi, percussioni
special guests:
Oscar Noriega, clarinetti
Shoko Nagai, bandoneon e live electronics

Sabato 9 febbraio 2019, ore 21.00
Auditorium Parco della Musica, Teatro Studio Borgna
Via Pietro de Coubertin, 30
00196 Roma

Biglietti
Ingresso € 15

La biglietteria è aperta tutti i giorni dalle ore 11 alle 20. Dopo le ore 20 per la vendita dei soli concerti serali e chiude mezz'ora dopo l'inizio dell'ultimo evento in programmazione. Analogamente, l'orario di apertura viene anticipato alle ore 10 per la vendita dei soli eventi programmati alle ore 11, ad esempio di Domenica.

Biglietteria telefonica
tel. 892101 (servizio a pagamento)

TicketOne

Ufficio Stampa Marco Cappelli
+39 329 0704981 | + 39 06 45677859

Ufficio Stampa Musica per Roma
Tel.06. 80241 228