martedì 31 ottobre 2017


 "Timbri dal Mondo"
 
 
Peppe Consolmagno è sicuramente un artista virtuoso, ma non nel senso più sterile 
del termine, la sua virtù è raccolta nella ricerca della semplicità dei gesti e 
della forma arcaica dei suoni.
 Dalla fonetica e  dagli elementi della natura,
 Consolmagno crea un suo esperanto di suoni. Un linguaggio intuitivo e comunicativo,
 generoso e colloquiale.
 
 
 "Timbri dal Mondo" è il frutto della registrazione su due tracce del suo concerto 
solo al Festival Mediterraneo e dintorni a Sulmona del 1999. Solo due tracce sono
state registrate in  studio nel 2003, mantenendo una atmosfera il più similmente al
live, per rimanere in linea con il resto del cd ed alle modalità con cui queste 
composizioni vengono eseguite dal vivo. 
 
 
 
 Assieme alla voce nel disco vengono usati, pochi effetti elettronici,
 molti strumenti acustici. La maggior parte sono stati realizzati dallo stesso
 Consolmaglo. Provenienti e utilizzati soprattutto nella tradizione africana e 
quella brasiliana, troviamo la conchiglia ,  i tamburi ad acqua, il dumbek, 
le conga, ferry-boat, hang, berimbau, i flauti ad una nota sola, il gong birmano,
 la kalimba, i vasi sonori udu,e i caxixi.
 
 
 
 
 Nei concerti Colsolmagno si circonda dei suoi strumenti come se abbracciasse il mondo,
 creando una spirale che attira a se tutte le vibrazioni che lo animano.
 
Ascoltando gli undici brani dell'album si ha l'impressione di sfogliare un diario 
sonoro, nel quale possiamo scorgere i paesaggi afosi dell' Africa in contrapposizione
 alla umida e folta foreste  Amazzonia. Udire le voci dei familiari, degli amici
 sparsi nel mondo, l' allegria della festa, il piacere e la generosità di condividere
 la vita. Ogni suono scorre leggero trasportato dall'aria e dell'acqua, i due elementi 
principali dell'album, che si intrecciano nel tempo e nello spazio di questo
 meraviglioso mondo chiamato Peppe Consolmagno.
 
 
"Per chi li ascota il viaggio è garentito" 


 

 1. LION HEART ( 4.48 )
2. SEGREDO DA NOITE (5.08)
3. BAURIMBE’ (8.24)
4. XARA’ (2.40)  
5. MANAUS (8.05)  
6. ENCONTRO DAS AGUAS (8.45)
7. PICOLE’ (2.47)
8. LUA (5.54)
9. A CRIATIVITADE È UMA DANÇA (3.18)
10. A MINHA CARLOTTA (3.26)
11. UEKKE, UEKKE (2.23)

 Timbri dal Mondo Cajù Records , numero di catalogo 4558-2 
 
http://www.peppeconsolmagno.com/ 

domenica 22 ottobre 2017

Qual'è la giusta idea di condivisione?






Purtroppo la Sinistra negli ultimi trent'anni ce lo ha inculcato !

Dividersi e sputare in aria "i vecchi ideali, distruggere senza saper e voler ricostruire, ripresentarsi ogni volta senza un programma elettorale decente e meno idilliaco .... ma muniti solo di accuse e pettegolezzi !

Queste abitudini si ripercuotono anche sulla nostra vita quotidiana, invece di promuovere ciò che riteniamo valido, spendiamo tempo ed energia a buttare merda al  prossimo ... forse ... o sicuramente .... per attenuare le nostre frustrazioni!

Alcuni di noi hanno perso molti riferimenti e stabilità, si sentono inadeguati in questa "moderna società" esclusivamente e prepotentemente proiettata nell'apparire e poco propensa all'ascolto!

In questo mondo digitale che ha sommerso i solchi dei suoni analogici della natura, l'ascolto è passivo, non più indispensabile ma ossessivo e di contorno alla falsità delle immagini alterate che ci propina il sistema.

Allora la domanda che mi pongo è :

Qual'è la giusta idea di condivisione?

In questi giorni vedo molti post negativi su Allevi e X-Fattor, e mi domando ... se non mi piace questa o quella cosa perché gli devo dedicare del tempo? ... chi sono io per giudicarla? .... quanti di noi assistono ad un evento e hanno la stessa percezione? 

La risposta a tutte queste domande è :

NESSUNO


Invece quando qualcuno mi segnala un evento o un musicista che non conosco e aggiungo un nuovo artista alle mie preferenze, o quando mi dicono non conoscevo quel musicista che hai posta ... adesso non ascolto altro!

NON SONO PIÙ NESSUNO, PERCHÉ MI RICONOSCO IN QUALCOSA CHE APPREZZO.

Allora il mio consiglio è recuperiamo i "vecchi ideali" e cerchiamo di dedicare più tempo a ciò che ci piace, fare formazione e informazione, invece di continuare a smuovere la merda cercando di ricavarne un buon odore ...

L'ipocrisia ... la saccenteria ... l'ignoranza ...
Sono come la merda!
Più li muovi più puzzano



giovedì 19 ottobre 2017

"My Favourite Strings vol. 1": 

.......... è uscito il nuovo album di Dario Deidda 
prodotto da GeGè Telesforo
 


Da diversi giorni è al primo posto nella classifica iTunes degli album Jazz più venduti, ed è cresciuto al 18° nella classifica internazionale: è il nuovo disco di uno dei più grandi bassisti della scena mondiale, Dario Deidda. Carico di groove, innovazione e ideali artistici, "My Favourite Strings vol.1" è prodotto da GeGè Telesforo.

   ​
E' considerato uno dei più grandi bassisti del mondo, e lo scorso 14 ottobre è uscito il suo nuovo album "My Favourite Strings Vol. 1": è Dario Deidda che, dopo il precedente lavoro "3 From the Ghetto", torna a produrre con GeGè Telesforo grande musica, carica di inventiva, eleganza, passione e di ideali umani e artistici. Un lavoro atteso da tutti i fan di Deidda e gli amanti del genere, tanto che il nuovo album è da diversi giorni al primo posto nella classifica iTunes degli album Jazz più venduti a livello internazionale e al 18° nella classifica generale (il link per acquistarlo http://apple.co/2giUP0r).
"My Favourite Strings vol.1" conferma il grande talento di
Deidda, musicista di rara esperienza e sensibilità artistica, acclamato a all'unanimità come virtuoso e innovatore del basso elettrico. Un capolavoro realizzato con la collaborazione del sound engineer Riccardo Bomarsi nel Groove Master Studio, fucina di esaltanti progetti firmati da Telesforo - tra album, live della trasmissione radiofonica "Soundcheck" in onda su Radio24 e il programma di RAI5 "Variazioni su Tema".
Le 10 tracce brillano per il sound definito e per i groove scolpiti da GeGè Telesforo, sui quali il bassista disegna il suo mondo caleidoscopico fatto di melodia, armonia e soli di basso. I brani vanno dallo stile manouche di "Bye Bye Blues" fino all'irresistibile versione di "Air Mail Special" di Benny Goodman, fino al groove ipnotico dell'arrangiamento per "Freedom Jazz Dance".



Dario Deidda vanta collaborazionim con Marcus Miller, Ben Sidran, Vinnie Colaiuta, Michel Petrucciani, Benny Golson, Randy Brecker e, tra gli italiani, Pino Daniele, Enrico Pieranunzi, Danilo Rea, Fiorella Mannoia, Tullio De Piscopo, Javier Girotto, Maria PIa De Vito, Rita Marcotulli e Enrico Rava. La sua discografia annovera, come leader e sideman, oltre 60 dischi. Membro stabile del Kurt Rosenwinkel Standards Trio (e Quintet), affianca ad una attività live internazionale anche un grande impegno nell'ambito della didattica per quanto concerne tecnica strumentale e improvvisazione jazz: ha tenuto clinic e seminari in tutto il mondo, compreso il Berklee College of Music di Boston e dal 2004 è docente al Conservatorio di Salerno. Diplomato in contrabbasso, è evoluto artisticamente compiendo una personale ricerca sulle nuove possibilità espressive del basso elettrico, acustico e semi-acustico, sviluppando il suo sound unico e contribuendo a un riconoscimento più marcato di questo strumento in ambito jazz, genere che Deidda pone al centro del suo mondo musicale sia per quanto concerne il jazz tradizionale sia per i trend più contemporanei. La sua vita è stata segnata dalla musica sin da piccolo: nato in una famiglia di musicisti, è cresciuto insieme ai fratelli Alfonso e Sandro, entrambi a loro volta poliedrici strumentisti di altissimo livello.
INFO E CONTATTI

Ufficio Stampa: Fiorenza Gherardi De Candei

fiorenzagherardi@gmail.com
www,groovemasteredition.it

sabato 14 ottobre 2017

  1. Music for Strings 





..... è il nuovo progetto del chitarrista jazz Bill Frisell dedicato alla musica popolare di Oltreoceano. Un repertorio, presentato recentemente per la prima volta al Lincoln Center di New York, che vede sul palco Frisell insieme alla violinista Jenny Scheinman, al violista Eyvind Kang e al violoncellista Hank Roberts. Music for Strings rivede brani con un approccio esecutivo tipico della musica classica, ma come risultato di un lavoro che sintetizza improvvisazione e ricerca. Un viaggio attraverso gli stili che hanno fatto grande le scuola americana: jazz (Fats Waller, Thelonious Monk, Miles Davis), ma anche blues, swing, rock’n’roll, country (il Bonanza di Johnny Cash) toccando anche colonne sonore (John Barry) con alcuni brani di Frisell stesso. I tre archi formano anche polifonie e poliritmie con assoli tra pizzicato e percussione. La chitarra di Bill Frisell sembra quasi fare un passo indietro a favore della lettura d’insieme. Un esempio tra tutti è la finale For What It’s Worth di Stephen Stills, dove ritmo e melodia si fondono per evidenziare il fascino di un classico senza tempo.
Bill Frisell, electric guitar
Jenny Scheinman, violin
Eyvind Kang, viola
Hank Roberts, cello
Guano Padano
Gruppo cinestetico per eccellenza, scelto dallo stesso Frisell, che ne avrebbe casualmente ascoltato un album negli USA. Il chitarrista confessò di essere stato conquistato dal suono caldo e vibrante della band che mescola melodie senza tempo del Western alla Morricone con i ritmi pulsanti del surf-punk di John Zorn e con le sperimentazioni free-jazz.






venerdì 13 ottobre 2017


LA REGINA DELLE AQUILE



Concerto di Sainkho Namtchylak alle 0re 21,30 del 27 ottobre 2017 presso l’Angelo Mai , ingresso da  Viale delleTerme di Caracalla 55 – oppure da Via di porta San Sebastiano 2 (parcheggio interno)

Il costo del biglietto con opzione per un posto a sedere “non numerato” sulla gradinata della sala teatro dell’Angelo Mai è di euro 11,50 .





https://www.facebook.com/events/1557696864268376/?ti=cl

giovedì 12 ottobre 2017

Sono 87.000 gli euro della raccolta fondi calcolati fino ad ora
Il Jazz italiano si mobilita per la costruzione del Centro polifunzionale di Amatrice




Ammonta a circa 87.000 euro la somma raccolta attraverso le sottoscrizioni e la raccolta fondi de Il Jazz italiano per le terre del sisma.
Tale somma è il risultato delle iniziative del 2017 e del 2016 (il Jazz italiano per Amatrice), finalizzate, grazie alla collaborazione con Io Ci Sono Onlus, alla costruzione del Centro Polifunzionale di Amatrice e alle successive attività socio-culturali che daranno vita e respiro alla struttura.
Al totale calcolato fino a questo momento,andranno poi aggiunte le somme raccolte dai commercianti presenti per la ristorazione e dal Comune dell’Aquila, nonché i 3500 euro raccolti dalla Nazionale Italiana Jazzisti grazie alla partita di calcio di beneficenza del 2 settembre e ad altre iniziative collaterali, che saranno destinati all’acquisto di strumenti musicali per la Banda di Amatrice.

La quattro giorni de Il Jazz italiano per le terre del Sisma si è svolta in quattro città, coinvolgendo oltre 700 musicisti provenienti da tutta Italia: il 31 agosto a Scheggino (PG), il 1 settembre a Camerino(MC), il 2 settembre ad Amatrice (RI), e il 3 settembre a L’Aquila, con concerti e iniziative che hanno ribadito la vicinanza di tutto il mondo del jazz ai territori e alle popolazioni colpiti dal terremoto.Solidarietà e unione fanno quindi ancora rima con jazz. “Il jazz italiano per L’Aquila” è stato il primo capitolo di un percorso importante, significativo, indimenticabile che ha visto riversarsi nel capoluogo abruzzese, il primo weekend del settembre 2015, un fiume di persone appassionate che si sono strette attorno al cuore di una realtà ancora profondamente segnata dal terremoto del 2009. L’anno successivo, il tentativo di organizzare una seconda edizione è stato spazzato via dal terribile sisma che ha messo in ginocchio il centro Italia, il 24 agosto. Tutta l’Italia del jazz, però, si è prontamente mobilitata per riuscire a riunire i pezzi di un progetto che, alla luce di quanto successo, poteva avere ancora più valore. Il 4 settembre 2016 la penisola intera, da Courmayeur a Lampedusa, ha visto nascere “Il jazz italiano per Amatrice”, una maratona nazionale che ha avvicinato e unito i cuori e i luoghi nel grande abbraccio della musica.


Quest’anno siamo tornati all’Aquila con la formula originaria - dichiara il direttore artistico, Paolo Fresu - con quasi 600 artisti in un’unica giornata, distribuiti in circa 100 concerti su 17 palchi posti in strade, piazze, chiostri e cortili appena restaurati e riaperti al pubblico (un altro messaggio importante, non solo per la città ma per tutto il Paese), chiese, basiliche, fontane e luoghi simbolici tra cui la meravigliosa Fontana delle 99 Cannelle, alla presenza del Ministro Franceschini, del Sindaco dell’Aquila e di varie autorità e la Casa dello Studente, luogo simbolo del sisma, teatro di un dramma in cui persero la vita otto giovani.
In questa edizione, non potevamo certo ignorare la nuova geografia del sisma, modificatasi e ampliatasi di recente. Non solo Amatrice, Arquata del Tronto e Accumuli ma anche i centri colpiti dal terremoto nelle Marche e nell’Umbria. È stato così che la giornata di quest’anno si è trasformata in una quattro giorni dove l’abbraccio del jazz italiano è stato ancor più corale ed esteso. Il 31 agosto a Scheggino, piccolo paese della Val Nerina, abbiamo voluto dimostrare che un borgo bellissimo e in parte graziato dal sisma può essere fruito da tutti quei turisti che troppo spesso ignorano luoghi così belli e silenziosi, sostenendo un’economia che si basa soprattutto sul turismo. Il primo settembre siamo stati a Camerino, città purtroppo danneggiata al punto da essere piantonata dall’Esercito e abbiamo abbracciato una comunità di artisti e organizzatori che in poche ore drammatiche ha perso i propri teatri che erano riferimento per un’intera Regione.
Infine il 2 settembre siamo stati ad Amatrice, memori di ciò che è accaduto lo scorso anno. Il sogno, già da allora, era di portarvi una serata di musica che confortasse i cittadini dopo un anno vissuto duramente, coscienti delle difficoltà organizzative e del rispetto per i morti, per le loro famiglie e per la comunità colpita. In quel contesto abbiamo ritenuto giusto, insieme alla Croce Rossa e all’Associazione IoCiSono, tenere un concerto intimo nel luogo esatto dove sorgerà il Centro Polifunzionale di Amatrice da noi donato, nella speranza che tra un anno, se il programma dei lavori non subirà ritardi, la musica potrà risuonare in quello spazio.
Siamo tornati all’Aquila il 3 settembre 2017, con una lunga giornata finalmente possibile nella sua forma originaria, con l’idea di rivitalizzare un centro storico ferito, di aprire al pubblico spazi fino a ieri non accessibili per riempirli di musica e per dimostrare che la città ce la può fare se l’anima poetica ed emozionale prende il sopravvento. Abbiamo portato emozioni e ci siamo emozionati nel diffondere la musica che amiamo, guardando gli occhi lucidi degli aquilani ma anche e soprattutto i sorrisi di una giornata finalmente spensierata.”