mercoledì 12 dicembre 2018

METJAZZ 2019
Storie e viaggi in jazz


Giunta alla XXIV edizione dal 5 al 25 febbraio si terrà la rassegna METJAZZ 2019, organizzata dal Teatro Metastasio di Prato.
“Forse non esiste musica più autobiografica del jazz. L’improvvisazione, il rapporto fisico con lo strumento, il gioco di interazione tra i musicisti, tutto palpita di una presenza totale e immediata dell’esecutore. La tradizione orale attraverso cui il jazz si è diffuso esalta l’esperienza diretta del fare musica, senza mediazione di spartiti o altri supporti visivi. In più, la possibilità di organizzare sul momento il flusso della musica esalta la qualità narrativa del jazz, la capacità di raccontare storie, di inoltrarsi in viaggi autobiografici o fantastici, in un continuo dialogo tra presente e passato con tutta la musica afroamericana che con la tradizione intrattiene un rapporto vivo, dinamico, creativo”.
Così il curatore Stefano Zenni introduce la rassegna di quest’anno, dedicata a Storie e viaggi in jazz e dunque alla natura narrativa del jazz e alla sua qualità autobiografica nel raccontare vite, desideri, immaginari. Il programma, forte della collaborazione con la Scuola di Musica Verdi, conserva la sua struttura classica e si articola nelle due consuete sezioni – official e off - proponendo a Prato cinque concerti, di cui uno doppio, una conferenza, un incontro e una mostra fotografica. Inoltre, ribadendo la sua sinergia d’intenti con il Pinocchio Jazz Club di FirenzeMETJAZZ 2019 si fa promotore e sostenitore di un concerto nel capoluogo toscano.







Quattro i grandi eventi pratesi tra Metastasio e Fabbricone:
  • Martedì 5 febbraio alle ore 21.00 al Teatro Metastasio va in scena Tempo di Chet, un originale spettacolo jazz che sovrappone la scrittura drammaturgica di Leo Muscato e Laura Perini e la partitura musicale curata e interpretata dal vivo da Paolo Fresu - gli attori e i musicisti - per rievocare in un flusso organico di parole, immagini e musica lo stile lirico e intimista di Chet Baker, uno dei miti musicali più controversi e discussi del Novecento, in bilico tra tragedia e leggenda, maledettismo e bellezza.
  • Lunedì 11 febbraio alle ore 21 al Teatro Fabbricone, due diversi viaggi in trio mettono a confronto due diverse concezioni del racconto musicale: da un lato, al DEBUTTO IN PRIMA ASSOLUTAAntonino SiringoAndrea Tofanelli e Ares Tavolazzi rendono Omaggio a Sun Ra, rileggendo il suo sound fisico e trascinante in modo contenuto e controllato, da camera, facendo a meno della batteria ma conservando la forza ritmica della musica originaria; dall’altro Claudio FilippiniLuca Bulgarelli e Marcello Di Leonardo con Before the Wind fanno esplodere una macchina narrativa con arrangiamenti ricchi di svolte, cambi d’atmosfera, composizioni di ampio respiro o bozzetti fortemente caratteristici in un trio a parti equivalenti.
  • Lunedì 18 febbraio alle ore 21 al Teatro Fabbricone Massimo Falascone Seven propone insieme al suo gruppo Méliès, un percorso musicale      costituito da brani ispirati ai cortometraggi di Georges Méliès, poeta e inventore del cinema come sogno, precursore nella tecnica del montaggio e degli effetti speciali. Composizioni originali con grande spazio all’improvvisazione e omaggi ad alcuni grandi del recente passato, sempre nello spirito poetico e visionario di Méliès, con apparizioni, ripetizioni e metamorfosi, esposizioni e dissolvenze, giochi di prestigio, formule magiche e viaggi verso mondi sconosciuti.
  • Lunedì 25 febbraio alle ore 21 al Teatro Metastasio Maria Pia De Vito insieme al suo trio porta in scena Core/Coração, una versione napoletana in chiave jazz delle storie del brasiliano Chico Buarque, tra i più noti autori e interpreti della Bossa Nova ma soprattutto poeta e genio assoluto della canzone contemporanea brasiliana. Mentre la lingua napoletana dona una profondità mitica al cantare gli ultimi, i marginali di una società spietata e egoista che trova redenzione solo nell’amore, il jazz è il veicolo privilegiato del riscatto di popoli aperti al dialogo: nel ritmo, nella danza, nel canto e nell’improvvisazione schiavi, reietti, esclusi tornano protagonisti grazie al meticciato, che investe culture e classi sociali. Un appuntamento realizzato in collaborazione con Musicus Concentus.

Ci saranno poi altri quattro appuntamenti realizzati in collaborazione con la Scuola Comunale di Musica Giuseppe Verdi di Prato racchiusi tra gli eventi di METJAZZ OFF:
  • Domenica 3 febbraio alle ore 21 presso la Scuola di Musica Verdi trovano spazio le Storie di giovani talenti con la New Talent Jazz Orchestra diretta da Mario Corvini che si esibisce in Our Monk. Si tratta di un ensamble nato da un bando della SIAE e dalla collaborazione tra varie istituzioni italiane, tra cui il Teatro Metastasio di Prato, con dodici musicisti, un ospite emergente, un direttore esperto e un repertorio impegnativo e stimolante, quello di Thelonious Monk.
  • Domenica 10 febbraio alle ore 11 presso la Scuola di Musica Verdi in un Incontro con Roberto Masotti - grande fotografo, ma non solo, un generatore di idee, uno stimolatore entusiasta di progetti, un connettore di esseri umani -, si esplorano le Storie in uno scatto entrando nelle pagine di Jazz Area, un libro fotografico edito dalla casa editrice Seipersei che racchiude quasi 50 anni di storia di musica jazz internazionale, con i ritratti di Miles Davis, Keith Jarrett, Archie Shepp, Carla Bley, Sam Rivers, Cecil Taylor, Charles Mingus, Ornette... Si tratta di un testo che si basa su una particolare e necessaria prospettiva autobiografica, parla della vita in musica attraverso i tanti incontri diretti e le infinite occasioni di musica dal vivo, analizza l’idea d’improvvisazione nel suo tipico esprimersi afro-americano e nelle sue trasformazioni europee, è la lente attraverso la quale Roberto Masotti ci parla della sua lunga storia con il jazz.
  •  Domenica 17 febbraio alle ore 21 presso la Scuola di Musica Verdi si intraprende un Viaggio nel suono con il concerto ST()MA di Cristiano Calcagnile, dove “stoma” sta per “bocca” in greco, ma anche per la fessura attraverso cui le piante respirano in botanica, quindi per intersezione, luogo di passaggio. E difatti, una fluidità di stati, dal solido al gassoso, dal liquido ancora al solido, contraddistingue il sound di Calcagnile, che utilizza vari strumenti oltre la batteria, inclusa la chitarra.
  • Domenica 24 febbraio alle ore 11 presso la Scuola di Musica Verdi una Conferenza di Stefano Zenni sulle Storie e immagini del jazz al cinema illustra l’incontro non sempre lineare e felice tra queste due arti e, citando momenti di gloriosa fusione di musica e immagini e grandi equivoci sorti dall’utilizzo di una visione stereotipata del jazzista come artista maledetto (si pensi a Chet Baker) prova a analizzare il modo in cui il cinema ha veicolato una certa idea delle vite dei jazzisti e del significato della musica.

Inoltre, alimentando nel nome del jazz gli “Incroci tra Prato e Firenze”, METJAZZ 2019 ribadisce la collaborazione con il Pinocchio Jazz Club di Firenze e promuove come anteprima del festival il concerto di sabato 2 febbraio alle ore 22 nella sala dello storico locale con Roberto Ottaviano che presenta il suo ultimo progetto ETERNAL LOVE, un omaggio all’Africa, alla sua cultura, alla sua musica e al suo popolo, con una selezione di composizioni di Don Cherry, Abdullah Ibrahim, Charlie Haden, John Coltrane, Dewey Redman, Elton Dean, e brani originali.
E, anche, a corredo della rassegna, dal martedì 5 febbraio a lunedì 25 febbraio nel Foyer del Teatro Metastasio sarà visibile la mostra fotografica Jazz Poster/dieci variazioni serigrafiche, 1971-1972 di Roberto Masotti, con i poster realizzati e distribuiti nei festival del jazz egli anni Settanta, impreziositi dagli autografia dei protagonisti ritratti.

Il festival è organizzato dal Teatro Metastasio di Prato in collaborazione con Scuola Comunale di Musica Giuseppe VerdiMusicus Concentus e Pinocchio Jazz Club di Firenze. Info Teatro Metastasio - tel. 0574.608501 - Cristina Roncucci 0574.24782 (interno 2) - 347.1122817

PREZZI ABBONAMENTO E BIGLIETTI È possibile abbonarsi a partire dal 18 dicembre 2018. 
Chi ha sottoscritto l’abbonamento per la scorsa edizione può confermare la propria poltrona fino all’8 gennaio 2019.I biglietti per i concerti sono in vendita a partire dal 9 gennaio 2019.

PREZZI ABBONAMENTO 4 CONCERTI
Intero > € 60,00 (on-line € 57,00)
Ridotto convenzioni - soci Coop - over 65 - abbonati 18/19 > € 45,00 (on-line € 43,00)
Ridotto gruppi - under 25 > € 39,00 (on-line € 37,00)
PREZZI BIGLIETTI SINGOLI CONCERTI
Intero > € 20,00 (on-line € 19,00)
Ridotto convenzioni - soci Coop - over 65 - abbonati 18/19 > € 15,00 (on-line € 14,00)
Ridotto gruppi - under 25 > € 13,00 (online € 12,00)

PREZZI BIGLIETTI MET JAZZ OFF
Intero > € 7,00Ridotto gruppi - under 25 < € 5,00       
BIGLIETTERIA TEATRO METASTASIOvia Cairoli 59, Prato - tel. 0574/608501Dal martedì al sabato 9.30/12.30 e 16.00/19.00Per il periodo della rassegna, la biglietteria sarà aperta anche il lunedì
BIGLIETTERIA ON-LINE: http://ticka.metastasio.it
CIRCUITO BOX OFFICEtel. 055/210804 
TABACCHERIA BIGIvia Bologna 77, Prato - tel. 0574/462310 

lunedì 3 dicembre 2018

Simone Graziano trio
in concerto a Casa del Jazz
presenta “Snailspace”
Roma, giovedì 6 dicembre 2018 ore 21.00




Giovedì 6 dicembre, alle 21.00, Simone Graziano in concerto alla Casa del Jazz di Roma, per presentare in trio il progetto “Snailspace”. Con lui sul palco il contrabbassista Francesco Ponticelli e il batterista Enrico Morello.





“Snailspace” è apologia della lentezza, intesa come forma di ribellione. La quarta fatica discografica di Simone Graziano deve il titolo a un racconto di Luis Sepúlveda, Storia di una lumaca che scoprì l’importanza della lentezza, in cui una lumaca di nome Ribelle, dopo essere stata cacciata dal suo gruppo, viaggia alla ricerca del significato della lentezza. In questo modo, scopre che proprio grazie al suo muoversi a un tempo diverso da tutti gli altri animali, riesce a vedere un mondo nascosto, più ricco e denso, solitario e silenzioso.

Scrittura iniziata nel 2015, “Snailspace” è un album dalla lunga gestazione. La lentezza - afferma Simone Graziano - non è riferita alla velocità dei brani, bensì al tempo necessario per crearli. La lumaca aderisce alla terra e, grazie alla lentezza dei suoi movimenti, ne scopre ogni dettaglio. Allo stesso modo, la lentezza creativa fa sì che la musica aderisca a noi stessi, svelandoci una parte che prima non conoscevamo.

Quella di Simone Graziano, è una scrittura ricca, capace di alternare il minimalismo alla complessità. Tutte le tracce di “Snailspace” godono di una struttura compositiva in continua evoluzione: tanto i cambiamenti progressivi, che richiamano la musica elettronica, quanto quelli più bruschi e senza preavviso, permettono di attraversare un ampio spettro di emozioni.

Se il tour di “Snailspace” vede Simone Graziano in trio con i connazionali Ponticelli e Morello, il percorso discografico è stato frutto, invece, del lavoro di una formazione internazionale con la partecipazione del batterista Tommy Crane, giovane rising star, a fianco di Simone Graziano e dello stesso Ponticelli.

Docente presso Siena Jazz, co-direttore artistico della rassegna “A jazz supreme” del Musicus Concentus, nonché presidente del MIDJ, con quattro album da band leader all’attivo, di cui due con la formazione “Frontal” (l'omonimo del 2013 e “Trentacinque” del 2015, entrambi editi da Auand Records e con ospite il sassofonista newyorkese David Binney, spesso in tour con Graziano), il pianista fiorentino Simone Graziano, con un tour in continuo aggiornamento da sette anni, è riuscito a creare uno spazio sonoro proprio e originale, diventando una realtà musicale unica e apprezzata in Europa.






Formazione:
Simone Graziano, pianoforte
Francesco Ponticelli, contrabbasso, synth
Enrico Morello, batteria

Giovedì 6 dicembre 2018, ore 21.00
Casa del Jazz, Viale di Porta Ardeatina ,55, Roma
Ingresso: € 10.00
Riduzione I Love Auditorium: € 7.50
Info: tel. 0680241281, info@musicaperroma.it

Orari biglietteria Casa del Jazz
La biglietteria è aperta al pubblico nei giorni di spettacolo dalle ore 19 fino a 30 minuti dopo l’inizio degli eventi.

Biglietteria on linewww.ticketone.it

Call Center Zètema (Comune di Roma)
Tel. 06.06.08
(servizio con tariffa urbana del Comune di Roma, attivo tutti i giorni dalle ore 9:00 alle ore 19:00)

Call Center TicketOne
Tel. 892101 (servizio a pagamento).
Dal lun al ven 8:00-21:00; sab: 9:00-17:30; dom chiuso. 

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mercoledì 5 settembre 2018

Frank Martino - Disorgan TrioLEVEL 2 CHAOTIC SWING





AUAND FAMILY:


L'etichetta pugliese non produce album seguendo un filo logico o
un genere specifico, ogni progetto è diverso dal precedente ma,
nonostante tutta questa eterogeneità, un anello di congiunzione c'è, personificato dal suo ideatore Marco Valente.
La sua attitudine come musicista/produttore gli ha fornito negli anni
l'abilità di scovare e produrre tanti giovani artisti,
permettendogli di esprimersi in totale libertà,uscendo dai soliti
schemi.




l'ultima produzione AUAND vede protagonisti Frank Martino e il suo Disorgan Trio con l'album LEVEL 2 CHAOTIC SWING. 

Verrà pubblicato il 7 settembre ed e costituito di sette brani
originali e due cover.

Il progetto si propone come un moderno organ trio, ma si potrebbe anche valutare l'idea del doppio trio, si perché i musicisti mutano in una doppia veste, una analogica e un'altra elettronica, con Frank Martino alla chitarra a 8 corde e
live elettronics, Claudio Vignali al piano, il Fender Rhodes e i
sintetizzatori e Niccolò Romanin alla batteria, la batteria
elettronica e i sintetizzatori.

Anche se si ispira ai più celebri Trio con chitarra-Organo-Batteria, in realtà non si tratta di un classico organ trio, ma ne mantiene la complicità e ne amplia le possibilità di linguaggio.

Jazz Elettrico:

Ascoltando il disco veniamo proiettati in ambienti molto lontani dai fumosi club di Harlem. La generazione di Martino e compagli è cresciuta ascoltando il rock, in tutte la sue forme, il Blues elettrico, la Disco Dance, la Tecno e ogni genere o forma di
musica elettronica degli ultimi 30 o 40 anni. Generi musicali che
non esistevano quando è nato il Jazz Classico.

Ma se analizziamo affondo il Jazz,notiamo che è sempre stato
sensibile ai cambiamenti di stile, dai primi Blues di New Orleans
alla Swing Era, dal Be Bop al Latin Bop, dall'Hard Bop al Free ci sono state sempre fazioni più o meno ostili ai cambiamento.

L'apice della discordia si raggiunse con la Fusion, una
discussione che ancora oggi persevera su cosa è o non è il Jazz.

Oggi il Jazz ha molti aspetti, c'è chi preferisce crogiolarsi
nelle forme tradizionali, chi lo contamina con aromi etnici e chi,
seguendo le orme di Mile Davis, utilizza anche l'elettronica.

Non solo Miles lo ha fatto, ma ne è stato un grande interprete.
Lui, come altri suoi audaci colleghi, è stato artefice di molti cambiamenti, soprattutto nell'utilizzo degli allora moderni
strumenti elettronici e nell'avvalersi di musicisti che venivano dal mondo del Rock.







Frank:


Frank Martino è impegnato in molte attività legate alla musica,
musicista, insegnante, produttore di musica elettronica e in
numerose collaborazioni, per capire meglio il suo “spazio sonoro”gli ho chiesto quali fossero i suo ascolti:

“ E' molto difficile dirlo! … vado a periodi e alterno molto tra
moderno e classico. Per classico mi riferisco al senso letterario
del termine, cioè tutta quella musica che nel suo genere ha
raggiunto la massima espressione. Quindi i Metallica o i Tupac per
me sono musica classica.”

“ Il mio approccio all'ascolto è di tipo analogico ma con le
possibilità del digitale. Ovvero ascolto “superficialmente”
tantissima musica anche random. Poi se trovo qualcosa che mi piace
sto su quei pochi dischi per molto tempo. Paradossalmente ascolto
poca musica ma intensamente, come si faceva una volta."

“Quando ho realizzato questo progetto, ascoltavo il rap italiano, Salmo e Willie Peyote. Venetian Snares, noto compositore canadese attivo nella scena mondiale della Drum and Bass e della Breakcore, del quale reinterpreto in questo album Maglificent Stumble.
Ma ascolto anche il piano concerto in re minore di Mozart e alcune
incisioni di Julian Bream.”



Disorgan Trio LEVEL 2 CHAOTIC SWING:


Il DISORGAN TRIO, testimoni delle loro generazione, contaminano le
sonorità, o meglio l'approccio, del Jazz con i suoni ipnotici
dell'elettronica. Loops ed effetti di ultima generazione vengono
incastonati tra le armonie e le melodie più o meno cantabili dei brani.

In brani come Strange Loop e Bad Tips il trio propone una moderna
rilettura del genere Avant Garden, decisamente minimal/tecnovore e
meno Punk, ma con lo stesso e apparente disordine. 
In realtà sono un maniacale intreccio di poliritmie, a tratti isteriche e claustrofobiche, ma se riascoltate più volte rivelano uno interessante strato sonoro suburbano, ricco di chiaroscuri e
riflessi cangianti.

 Martino....

“ Come hai notato il disco è da ascoltare, ci sono pochissimi
assoli, è tutto basato su sound e composizione … da ascoltare
tenendo conto che non siamo più negli anni 60.”

See Double e The Glass Half, che rievocano le piacevoli ed eteree
sonorità del Jazz Scandinavo, assieme al brano di Bill Evans Waltz For Dabbie, sono tre magiche e godibili electro ballads.

“Erano tanti anni che avevo quest'arrangiamento di Evans e volevo una ballad da stravolgere, senza assoli o parti libere, come se fosse un brano pop.”

“ Forse un giorno farò un disco di sole ballads!! “

Cycle con il suo suadente electro tango e la eclettica Psychosamba
rappresentano il lato latino dell'album. Anche se non mancano le piacevoli e disordinate distorsioni della band i brani non perdono il loro fascino caliente.




The War Of Art, con le sue lente e soporifere sonorità ridona all'album quell'aspetto fumoso e notturno del Jazz, dove, in un ipotetico “Steampunk Club” del 2050 un ologramma di Thom Yorke ti serve un bloody mary alla spina, e tu ti lasci sprofondare
nell'abisso cosmico dei ricordi.

Il Disorgan Trio è composto da artisti capaci di mutare ad ogni
istante, di modellare i suoni e ricavarne complesse strutture.
Sanno raccontare storie deframmentate. A volte sono freddi e celebrali, altre eterei e commoventi. Sanno interpretate la
solitudine, l'angoscia e incarnano l'acrilica ambiguità dell'oggi.
Detto cosi sembra un'Apocalisse, in realtà bisogna distruggere per
poter ricostruire e realizzare qualcosa di originale.

 I brani si alternano nella continua ricerca del disequilibrio, se li si ascolta senza aspettative di genere o pregiudizi, possono essere una piacevole rivelazione, per chi si lascia trasportare l'intero album offre numerosi spunti per ulteriori ascolti o per i
propri percorsi artistici.

 Uscire dai generi e costruire un
proprio linguaggio, sono una reale esigenza per generare qualcosa
di nuovo.




….... un ponte che ci porti fuori da questa laguna ... un gradito 
diversivo alle copiose e noiose proposte dell'attuale 
globalizzazione culturale......

domenica 5 agosto 2018

 “Gianicolo in jazz”

Fabrizio Bosso
& Julian Oliver Mazzariello
in concerto presentano “Tandem”

Martedì 7 agosto 2018, 21.30, Terrazza del Gianicolo, Roma






Martedì 7 agosto, alle 21.30, nella Terrazza del Gianicolo per la manifestazione “Gianicolo in jazz”, Fabrizio Bosso e Julian Oliver Mazzariello presentano “Tandem”, un progetto che ripercorre e reinterpreta grandi canzoni e temi della musica internazionale, senza distinzione di genere.

Da Oh Lady Be Good di George Gershwin a Luiza di Antonio Carlos Jobim, dall’omaggio al grande Michel Legrand in una versione di Windmills of your Mind, al tema di Taxi Driver di Bernard Herrmann, brani che confermano nuovamente, dopo l’interpretazione di Nuovo Cinema Paradiso, l’omaggio a Nino Rota e la sonorizzazione de Il Sorpasso, la fascinazione di Fabrizio per il mondo del cinema. Non mancherà spazio anche ai brani originali con Wide Green Eyes e Dizzy's Blues di Fabrizio Bosso e Goodness Gracous di Julian Oliver Mazzariello.




Questo progetto dimostra che ci sono due modi di fare le cose insieme: perseguire due strade parallele che portano alla stessa meta, oppure pedalare all’unisono. Quest’ultima è la scelta che hanno fatto Fabrizio Bosso e Julian Oliver Mazzariello e l’album “Tandem” è l’approdo naturale di un rapporto artistico già rodato, di un’unione iniziata sul palco ma che trascende le regole delle classiche collaborazioni.



Bosso e Mazzariello si incontrano nella primissima formazione degli High Five, una "All Stars" di giovani talenti del firmamento jazzistico italiano. Da quel giorno li lega un’amicizia complice che li fa mettere naturalmente a disposizione della stessa passione per la musica e della sperimentazione tra generi.
Nell’album, uscito nel 2014 per la Verve/Universal, partecipano anche due ospiti eccellenti. Fabio Concato interpreta la sua celebre Gigi dove la tromba di Bosso e il piano di Mazzariello si fanno più lievi, come ad accompagnare, con discrezione, un testo importante che racconta un padre attraverso parole in cui ognuno può ritrovare la propria espressione del rapporto con un genitore.
Fiorella Mannoia invece è stata invitata a cantare, per la prima volta, il classico di Trovajoli-Garinei-Giovannini Roma nun fa la stupida stasera: una voce elegante al servizio di uno dei celebri brani della tradizione romanesca.





Ad aprile 2017, Fabrizio Bosso ha pubblicato il doppio live dal titolo State of the Art in quartetto con il pianista Julian Oliver Mazzariello, il contrabbassista Jacopo Ferrazza e il batterista Nicola Angelucci. Lo scorso 24 novembre, per Warner Music, Fabrizio Bosso con la stessa formazione di “State of the Art”, e la partecipazione straordinaria di Walter Ricci e Karima ha pubblicato “Merry Christmas Baby”: canzoni che conducono alla riscoperta dell’immaginario natalizio, caratterizzate dalle magiche e inconfondibili sonorità di questa formazione.

Formazione
Fabrizio Bosso, tromba
Julian Oliver Mazzariello, pianoforte

Martedì 7 agosto 2018, ore 21.30
Terrazza del Gianicolo,
Piazzale Giuseppe Garibaldi, Roma
Ingresso con consumazione
Info: 331 7098854
Mail: gianicoloinmusica@gmail.com
www.ilgianicolo.it

GAITO UFFICIO STAMPA e PROMOZIONE


sabato 9 giugno 2018

FABRIZIO BOSSO
in tour negli Stati Uniti
Chicago, Greensboro, Washington, New York
13-20 giugno 2018
Link video live 





Il 13 giugno 2018 parte il serrato tour americano di Fabrizio Bosso con il suo quartetto, da Chicago a New York, passando per Greensboro e Washington, dove suonerà per tre date.
Da poco rientrato dal tour in Cina patrocinato da Umbria Jazz, il quartetto di Bosso sarà in concerto per sei date negli Stati Uniti in cui presenterà il progetto “State of the Art”.

Il 13 giugno prima data al Jazz Showcase di Chicago, il 15 giugno al Van Dyke Performance Space di Greensboro nel North Carolina, i cui proventi andranno a favore della ricostruzione della scuola locale distrutta dal recente tornado, il 17 giugno al DC Jazz Festival di Washington, poi, sempre a Washington, il 18 giugno all’Auditorium dell’Ambasciata d’Italia e il 19 giugno alla Residenza dell’Ambasciatore d’Italia. Il tour americano si chiuderà con il concerto del 20 giugno all’Auditorium dell’Istituto Italiano di Cultura di New York.

Il pianista Julian Oliver Mazzariello, il contrabbassista Jacopo Ferrazza e il batterista Nicola Angelucci, sono musicisti che ormai da anni condividono il palco con Fabrizio Bosso; un’esperienza artistica sublimata dagli ultimi due dischi, “State of the Art”, doppio album live uscito ad aprile 2017 e registrato dal vivo durante i concerti del quartetto a Roma, Tokyo e Verona, e “Merry Christmas Baby”, uscito a dicembre 2017.

“State of the Art” rappresenta un’istantanea fedele di una fase tra le più felici nella carriera del trombettista che ha voluto fissare alcuni momenti memorabili e che ora ripropone, per viverli con rinnovata energia e rivestirli con nuovi colori e sempre nuove idee. Uno Stato dell’Arte, quello di Bosso e del suo quartetto, che si esprime in un dialogo autentico, forte e pieno di espressività. Nel repertorio, oltre agli standard e all’improvvisazione, regina indiscussa di questa formazione, emerge anche la peculiare cifra compositiva di Bosso che, sempre riconoscibile, si esprime in brani originali come Rumba For Kampei, Mapa, Black Spirit, Dizzy’s Blues o Minor Mood.

Il lungo tour di “State of the Art”, iniziato nel 2016, ha toccato, oltre l’Italia, la Polonia, la Spagna, la Repubblica Ceca, la Corea, il Giappone e la Cina.

Formazione
Fabrizio Bosso, tromba
Julian Oliver Mazzariello, pianoforte
Jacopo Ferrazza, contrabbasso
Nicola Angelucci, batteria

Tour
13/6 Jazz Showcase Club, Chicago
15/6 Van Dyke Performance Space, Greensboro 
17/6 DC Jazz Festival, Washington
18/6 Auditorium Ambasciata d’Italia, Washington
19/6 Residenza Ambasciatore d’Italia, Washington
20/6 Istituto Italiano di Cultura, New York


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