mercoledì 5 settembre 2018

Frank Martino - Disorgan TrioLEVEL 2 CHAOTIC SWING





AUAND FAMILY:


L'etichetta pugliese non produce album seguendo un filo logico o
un genere specifico, ogni progetto è diverso dal precedente ma,
nonostante tutta questa eterogeneità, un anello di congiunzione c'è, personificato dal suo ideatore Marco Valente.
La sua attitudine come musicista/produttore gli ha fornito negli anni
l'abilità di scovare e produrre tanti giovani artisti,
permettendogli di esprimersi in totale libertà,uscendo dai soliti
schemi.




l'ultima produzione AUAND vede protagonisti Frank Martino e il suo Disorgan Trio con l'album LEVEL 2 CHAOTIC SWING. 

Verrà pubblicato il 7 settembre ed e costituito di sette brani
originali e due cover.

Il progetto si propone come un moderno organ trio, ma si potrebbe anche valutare l'idea del doppio trio, si perché i musicisti mutano in una doppia veste, una analogica e un'altra elettronica, con Frank Martino alla chitarra a 8 corde e
live elettronics, Claudio Vignali al piano, il Fender Rhodes e i
sintetizzatori e Niccolò Romanin alla batteria, la batteria
elettronica e i sintetizzatori.

Anche se si ispira ai più celebri Trio con chitarra-Organo-Batteria, in realtà non si tratta di un classico organ trio, ma ne mantiene la complicità e ne amplia le possibilità di linguaggio.

Jazz Elettrico:

Ascoltando il disco veniamo proiettati in ambienti molto lontani dai fumosi club di Harlem. La generazione di Martino e compagli è cresciuta ascoltando il rock, in tutte la sue forme, il Blues elettrico, la Disco Dance, la Tecno e ogni genere o forma di
musica elettronica degli ultimi 30 o 40 anni. Generi musicali che
non esistevano quando è nato il Jazz Classico.

Ma se analizziamo affondo il Jazz,notiamo che è sempre stato
sensibile ai cambiamenti di stile, dai primi Blues di New Orleans
alla Swing Era, dal Be Bop al Latin Bop, dall'Hard Bop al Free ci sono state sempre fazioni più o meno ostili ai cambiamento.

L'apice della discordia si raggiunse con la Fusion, una
discussione che ancora oggi persevera su cosa è o non è il Jazz.

Oggi il Jazz ha molti aspetti, c'è chi preferisce crogiolarsi
nelle forme tradizionali, chi lo contamina con aromi etnici e chi,
seguendo le orme di Mile Davis, utilizza anche l'elettronica.

Non solo Miles lo ha fatto, ma ne è stato un grande interprete.
Lui, come altri suoi audaci colleghi, è stato artefice di molti cambiamenti, soprattutto nell'utilizzo degli allora moderni
strumenti elettronici e nell'avvalersi di musicisti che venivano dal mondo del Rock.







Frank:


Frank Martino è impegnato in molte attività legate alla musica,
musicista, insegnante, produttore di musica elettronica e in
numerose collaborazioni, per capire meglio il suo “spazio sonoro”gli ho chiesto quali fossero i suo ascolti:

“ E' molto difficile dirlo! … vado a periodi e alterno molto tra
moderno e classico. Per classico mi riferisco al senso letterario
del termine, cioè tutta quella musica che nel suo genere ha
raggiunto la massima espressione. Quindi i Metallica o i Tupac per
me sono musica classica.”

“ Il mio approccio all'ascolto è di tipo analogico ma con le
possibilità del digitale. Ovvero ascolto “superficialmente”
tantissima musica anche random. Poi se trovo qualcosa che mi piace
sto su quei pochi dischi per molto tempo. Paradossalmente ascolto
poca musica ma intensamente, come si faceva una volta."

“Quando ho realizzato questo progetto, ascoltavo il rap italiano, Salmo e Willie Peyote. Venetian Snares, noto compositore canadese attivo nella scena mondiale della Drum and Bass e della Breakcore, del quale reinterpreto in questo album Maglificent Stumble.
Ma ascolto anche il piano concerto in re minore di Mozart e alcune
incisioni di Julian Bream.”



Disorgan Trio LEVEL 2 CHAOTIC SWING:


Il DISORGAN TRIO, testimoni delle loro generazione, contaminano le
sonorità, o meglio l'approccio, del Jazz con i suoni ipnotici
dell'elettronica. Loops ed effetti di ultima generazione vengono
incastonati tra le armonie e le melodie più o meno cantabili dei brani.

In brani come Strange Loop e Bad Tips il trio propone una moderna
rilettura del genere Avant Garden, decisamente minimal/tecnovore e
meno Punk, ma con lo stesso e apparente disordine. 
In realtà sono un maniacale intreccio di poliritmie, a tratti isteriche e claustrofobiche, ma se riascoltate più volte rivelano uno interessante strato sonoro suburbano, ricco di chiaroscuri e
riflessi cangianti.

 Martino....

“ Come hai notato il disco è da ascoltare, ci sono pochissimi
assoli, è tutto basato su sound e composizione … da ascoltare
tenendo conto che non siamo più negli anni 60.”

See Double e The Glass Half, che rievocano le piacevoli ed eteree
sonorità del Jazz Scandinavo, assieme al brano di Bill Evans Waltz For Dabbie, sono tre magiche e godibili electro ballads.

“Erano tanti anni che avevo quest'arrangiamento di Evans e volevo una ballad da stravolgere, senza assoli o parti libere, come se fosse un brano pop.”

“ Forse un giorno farò un disco di sole ballads!! “

Cycle con il suo suadente electro tango e la eclettica Psychosamba
rappresentano il lato latino dell'album. Anche se non mancano le piacevoli e disordinate distorsioni della band i brani non perdono il loro fascino caliente.




The War Of Art, con le sue lente e soporifere sonorità ridona all'album quell'aspetto fumoso e notturno del Jazz, dove, in un ipotetico “Steampunk Club” del 2050 un ologramma di Thom Yorke ti serve un bloody mary alla spina, e tu ti lasci sprofondare
nell'abisso cosmico dei ricordi.

Il Disorgan Trio è composto da artisti capaci di mutare ad ogni
istante, di modellare i suoni e ricavarne complesse strutture.
Sanno raccontare storie deframmentate. A volte sono freddi e celebrali, altre eterei e commoventi. Sanno interpretate la
solitudine, l'angoscia e incarnano l'acrilica ambiguità dell'oggi.
Detto cosi sembra un'Apocalisse, in realtà bisogna distruggere per
poter ricostruire e realizzare qualcosa di originale.

 I brani si alternano nella continua ricerca del disequilibrio, se li si ascolta senza aspettative di genere o pregiudizi, possono essere una piacevole rivelazione, per chi si lascia trasportare l'intero album offre numerosi spunti per ulteriori ascolti o per i
propri percorsi artistici.

 Uscire dai generi e costruire un
proprio linguaggio, sono una reale esigenza per generare qualcosa
di nuovo.




….... un ponte che ci porti fuori da questa laguna ... un gradito 
diversivo alle copiose e noiose proposte dell'attuale 
globalizzazione culturale......

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