sabato 11 settembre 2021

 Tell  Kujira





Lo scorso 25 giugno presso lo Studio Coni Stella, sito al Pigneto in Roma, c'è stata “l'Anteprima Universale” della “pandemica formazione” denominata Tell Kujira, ossia Francesco Diodati (FD), Stefano Calderano (SC) , Ambra Chiara Michelangeli (ACM) e Francesco Guerri (FG). Una formazione nata dall'esigenza di colmare il silenzio e l'isolamento provocati dalle norme di sicurezza previste per arginare i possibili contagi.


Tutti soffriamo più o meno le condizioni dell'isolamento, un artista o comunque un interprete ne risente maggiormente sia per un'esigenza economica che per la necessità di comunicare con il pubblico. I maglifici quattro Tell Kujira, rispettando i limiti e le condizioni imposte dal governo, ed utilizzando ogni sorta di mezzo di comunicazione hanno dato vita a questo progetto di grande spessore artistico.



Premetto che per noi di MUSICISTANONIMO & The Border Music i temi del Concept e dell'improvvisazione sono essenziali se non imprescindibili. Non che la musica di “genere” sia da meno, ma qualsiasi essa sia, Classica, Jazz, Rock o Etno, ripropone moduli e pratiche prestabilite.

Il Compcet o tema crea un focus che fa da cardine all'intero progetto, il singolo o il gruppo ne valuta gli aspetti comunicativi, la forma e la densità del messaggio.

Qui il tema è proprio l'improvvisazione, collettiva, singola e singola nella collettività. Sembra un gioco di parole ma è la triplice impostazione che formazioni storiche come quelle capitanate e condotte da John Zorn, oppure da Derek Bailey grande interprete di escursioni solitarie, anno sempre messo in gioco. Lo stesso è riproposto dai Tell Kujira, in questo progetto ci sono anche tutti quei fermenti che hanno alimentato i movimenti del Free Jazz e dell'Avant Garde, ma anchecon un piacevole eco della musica classica contemporanea.






Lo Studio Coni Stella è una ex fabbrica di cialde e coni gelato, assomiglia molto a quei loft di New York degli anni sessanta. Oggi è un laboratorio artistico dove operano artigiani delle arti figurative. Non è aperto al pubblico ma per questa occasione è stata una splendida cornice, si percepiva un'intensa atmosfera creativa!!


Il concerto si è svolto con estrema fluidità, tra intensi momenti corali e divagazioni solitarie, è difficile documentare a parole le suggestioni, le immagini e le coincidenze mentali che si sono innescate durante l'ascolto, così ho deciso di orientarvi verso un'impresa monumentale...


“L'intervista quadrupla:”


(ps ... per non appesantire la lettura ho omesso alcune risposte, in certi casi erano simili ed ho scelto di non ripeterle.)



Qual'è il tuo background ? ( classica – jazz – altro)


FD:

Ho iniziato con i police, Joe Satriani, Sting, PFM, Roben Ford, poi sono stato un talebano ascoltatore di solo jazz, poi ho riscoperto i Nirvana, i Radiohead, Sound Garden, Jeff Buckley, e poi hocontinuato a espandere l’universo musicale di riferimento. A oggi non faccio più distinzioni di genere, ascolto tutto ciò che sento vero, da Steve Coleman ai Sonic Youth passando per A tribe Called Quest.


SC:

Ho inizio a suonare in varie band post-punk, da autodidatta.

Successivamente studio e mi formo nella musica classica e nel jazz.



ACM:

La mia formazione è decisamente classica, anche se ho sempre ricercato un linguaggio del tutto personale all’interno dello studio del repertorio di viola tipico che si fa in conservatorio.


FG:

Il mio background parte dalla Classica per poi fare un breve excursus nei terreni della elettroacustica subito dopo il diploma in violoncello e rimbalzare nel substrato della scena della musica improvvisata dei primi anni 2000 a Bologna.



Quali sono, o sono stati, i tuoi ascolti nell'ambito della musica improvvisata?



SC:

Partendo dal jazz, dove ho ascoltato soprattuto Miles Davis (i quintetti), Wayne Shorter, Thelonius Monk, sono arrivato ad amare musicisti moderni come Tim Berne, Jim Black,Marc Ducret, David Stackenas e tutta la scena nord europea (quella che fa capo all'etichetta Hubro).

Oggi ascolto molta musica dei generi più diversi: adoro il lavoro di Feldmann, di Glenn Branca; ascolto molto Jim O'Rourke e David Grubbs, i Tortoise; amo ascoltare Bill Frisell in ogni sua incarnazione.


ACM:

Son cresciuta con ascolti davvero di generi diversi. Indubbiamente il progetto Masada di Zorn e il trio d’archi all’interno di quel progetto mi ha accompagnato per anni. Per non parlare poi dei dischi di Ribot e Frith.


Come sei entrato/a all'interno di questo collettivo ?


SC:

Questo collettivo, come ci piace chiamarlo riferendoci soprattutto all'aspetto della composizione, collettiva appunto, nasce da un'urgenza mia e di Francesco Diodati: alla volontà di suonare assieme, abbiamo aggiunto l'esigenza di trovare un suono che ci stimolasse. L'idea di coinvolgere due archi ha preso rapidamente piede: il suono dell'arco mescolato al suono delle chitarre ci ha guidato nella ricerca di musicisti che potessero sviluppare un percorso fatto di improvvisazione e successiva elaborazione del materiale suonato.

Il metodo di lavoro è nato spontaneamente. Da iniziali session di improvvisazione vengono fuori nuclei musicali abbastanza ben definiti che vengono successivamente ripresi e meglio messi a fuoco: poi lavoriamo ad un montaggio coerente di tutto il materiale che ci sembra funzionare.

Questo ci porta a dire che il nostro lavoro è di scrittura collettiva.


FG:

Ho ricevuto una telefonata di Francesco Diodati, di cui gia conoscevo il lavoro e che mi aveva gia dato l’impressione (poi confermata) di essere un musicista notevole. Da subito ci siamo chiariti sulla direzione che si voleva dare al gruppo e abbiamo organizzato un primo incontro.



Cosa vorresti esprimere in questo progetto?


FD:

Una ricerca vera, profonda, che si traduca in una musica vissuta, palpabile. Cone direbbe Montale..quasi non s’ode, si respira.


ACM:

Sono assolutamente convinta delle potenzialità dei nostri singoli suoni, che uniti ne formano uno unico, appunto del tutto originale e nostro.


Pensate di coinvolgere altri musicisti ?


FG:

Credo di si, magari su progetti specifici. L’idea è anche quella di organizzare workshop condividendo il nostro metodo di lavoro con ensemble ampi.

SC:

Tell Kujira siamo io, Francesco Diodati, Ambra Chiara Michelangeli e Francesco Guerri.

Altri musicisti potranno di volta in volta arricchire la nostra ricerca, ma non penso che il progetto iniziale possa accogliere altri musicisti in pianta stabile.



Quando penso alla musica improvvisata o avant garde , mi vengono in mente nomi come Cecil Taylor, Derek Baliley e i progetti di John Zorn. Simili alla vostre proposta ritrovo Fred Frith con

Iva Bittova e Tom Cora, ma anche Marc Ribot con Mark Feldman e Erik Friedlander, solo per citarne alcuni !!!



Conosci il repertorio di questi musicisti? Cosa condividi e cosa no della loro visione?


ACM:

Certamente, ho registrato su un disco in cui la mia viola suona e risponde al violoncello di Erik Friedlander.


FG:

Conosco certamente tutti questi incredibili musicisti e condivido molto del loro discorso musicale.

Negli anni però credo di aver cercato ispirazione altrove. Non credo che si possa insegnare ad improvvisare, credo sia qualcosa di cui va fatta esperienza individualmente e non per forza in ambito musicale, anzi. Per esempio per sviluppare il mio linguaggio da improvvisatore e compositore sono stati più importanti le esperienze con il Teatro e la Danza.

Nei laboratori con Michele di Stefano di Mk per esempio, che ho fatto da giovanissimo, ho scoperto molto più che in qualsiasi altra esperienza musicale.


Penso che avere un progetto come questo ti abbia aiutato a superare la crisi pandemica di questi due anni, sbaglio ?


SC:

Questa domanda è interessante!

Probabilmente è vero: aver deciso di mettere su un progetto di tale respiro in un momento storico come quello che ancora stiamo vivendo, ha sicuramente significato qualcosa.

Pensandoci bene, le difficoltà che abbiamo affrontato anche solo per mettere su delle residenze, è stata una risposta ad un clima generale che via via andava creandosi: non mi riferisco alla contrapposizione 'isolamento-collettivo', che pure sembra esserci; più che altro penso, come dicevo prima, ad un atteggiamento nei confronti della musica e degli altri.

Affrontare le residenze e i nostri incontri con una gioia apparentemente immotivata è stata una risposta ad un attenzione generale solo per gli aspetti materiali dell'esistenza:


chiariamoci, l'aspetto economico, materiale, durante questi quasi due anni difficili è stato determinante- sussidi, rimborsi per mancati concerti-etc, sono stati decisivi per tutti; eppure alla lunga mi sembra che non possa bastare: è mancato e forse ancora manca, tutta una realtà fatta di cose che non si possono toccare ma sulle quali fondiamo la nostra vita: viaggiare con gli strumenti in macchina alla volta di una residenza di due o tre giorni, per incontrarsi e immergerci in una musica creata assieme, senza una immediato riscontro lavorativo, impossibile per altro da avere, mi sembra sia stata una risposta coerente a ciò che manca alla narrazione generale di questi anni, e forse non solo di

questi anni.



FD:

Penso che superare la crisi pandemica mi abbia portato a un progetto come questo. Molto spesso sento dire dai musicisti che si sono sentiti inutili durante la pandemia. Io non mi sono sentito cosi, anzi, ho toccato ancora più profondamente l’essenza del perchè faccio musica. La conseguenza è stata cercare in tutti i modi di vedermi con altri musicisti e ad esempio con Tell Kujira abbiamo fatto molte residenze “autogestite”, nel rispetto delle regole ma sfidando anche un po’ le restrizioni del momento.




Durante questo periodo di isolamento avrai avuto modo di riflettere sulla condizione precaria delsettore artistico, cosa di sei ripromesso/a di fare e di non fare ?


ACM:

Son state fatte molte manifestazioni e incontri, sono nati dei collettivi e molte piattaforme per discutere sulle condizioni precarie del mondo dello spettacolo. Ovviamente non è cambiato granchè quindi non c’è molto da fare o da non fare, se non cercare di tutelarsi il più possibile per il futuro. Di certo la consapevolezza da parte dell’ artista x di essere

ritenuto un’ultima ruota di un carro che comunque non cammina è sicuramente aumentata. Credo che bisognerebbe riformulare quasi da zero le modalità di riconoscimento economico e non solo, per il mondo dello spettacolo. In alcuni ambiti, anche quelli meno ufficiali il musicista come anche il danzatore o l’artista o l’attore è un’ombra, e tutta la ricerca artistica che richiede tempo e studio non viene considerata “lavoro”. Purtroppo è ovviamente un problema culturale alla base di un Paese dove viene ritenuto Artista con la A maiuscola colui che cerca di comparire in un programma qualunque televisivo, e in un paese dove dopo un periodo lungo di chiusura la priorità assoluta è riaprire le chiese o i palazzetti per le partite di calcio di serie c.


SC:

Riprendendo il filo della risposta precedente, mi sembra che la disattenzione al settore artistico tutto, vada di pari passo ad un non occuparsi di tutto ciò che non è immediatamente materiale, tangibile, monetizzabile e infine visibile.

Mi ha colpito molto che una società complessa come la nostra sia andata completamente in crisi alle prese con un agente virale invisibile: mi sembra paradigmatico di come sia strutturata la nostra vita, nei nostri paesi.

Eppure sono sempre più convinto che tutto ciò non attiene alla vita reale delle persone, che al contrario si basa su una mescolanza di cose materiali e non: è la nostra società che racconta se stessa espellendo dal suo interno tutto ciò che non può misurare, quantificare; eppure è impossibile quantificare l'apporto dell'ascolto di un disco nella vita delle persone, e così di un film, di uno spettacolo teatrale, della lettura di un libro. Vedere oggi tutta la gente che affolla gli spazi culturali e artistici che hanno riaperto al pubblico, pone delle domande inevase da sempre penso.




Cosa spinge le persone ad andare ad ascoltare un concerto, o un altro evento legato all'arte?

Che significa assistere assieme ad altre persone ad un evento artistico?

E'misurabile l'accrescimento personale dato dalla frequentazione artistica?

E in che termini si può parlare di accrescimento personale?


Sarebbe auspicabile che almeno noi artisti cominciassimo ad occuparci anche di tentare delle risposte a queste domande: sarebbe da parte nostra un'assunzione di responsabilità di un ruolo che, nonostante sia negato da più parti, abbiamo all'interno della società.


FG:

Si mi ha certamente aiutato anche se devo dire che mi sono concertato su altri aspetti della vita come la mia famiglia e abitando in campagna ho sperimento anche piacevolmente anche altre organizzazioni del tempo, altre routine, altre priorità.

Rispetto agli effetti della pandemia credo che almeno un aspetto positivo sia stato che tutti noi musicisti abbiamo dedicato tempo alle musiche che più amiamo senza i compromessi derivanti dal mercato, dal desiderio di affermazione di se, dalla ricerca di riconoscimento.


Casa ti aspetti in futuro per i Tell Kujira?


FD:

Un lungo, lunghissimo viaggio con amici nuovi.


ACM:

Molti molti molti concerti!


FG:

È un futuro molto lungo quello che mi immagino, spero che sia un lungo, lunghissimo viaggio.


SD:

A questa domanda non so rispondere.

In generale non penso molto al futuro, penso molto di più a vivere quello che riesco ad organizzare nel presente: un po' è come quello che dicevo prima sullo spirito di tell Kujira; c'è un momento strettamente legato al presente, all'atto artistico in sé; successivamente subentra una consapevolezza di ciò che si è fatto, una interpretazione, il trovare un senso.





lunedì 26 luglio 2021

 BILL FRISELL TRIO

CASA del JAZZ







Lo scorso lunedì 19 luglio alla Casa del Jazz, all'interno della programmazione  "musica per Roma", abbiamo partecipato al concerto del Bill Frisell Trio.

L'ottima organizzazione e la splendida ambientazione a cui ci ha abituato la Casa del Jazz sono sempre di altissimo livello. 








Dopo un primo graditissimo e suggestivo intervento del giova ed emergente contrabbassista Jacopo Ferrazza, che ha presentato alcuni brani del sua album in solo, il concerto è iniziato con pochi minuti di ritardo, il tempo necessario, viste le normative di sicurezza, per permette a tutti i fortunati che sono riusciti ad acquistare i biglietti in tempo, visto che era sold out già da tempo.

Ad accompagnare Bill Frisell c'erano due giovani ma già molto noti jazzman, Thomas Morgan al contrabbasso e Rudy Royston alla batteria








I quali hanno partecipato anche all'incisione di VALENTINE, l'ultima pubblicazione di Frisell.







Oltre ai brani dell'ultimo album, durante il live ci sono stati riproposti alcuni vecchi cavalli di battaglia, standard e divagazioni in stile Naket City.






Quello di Bill Frisell è un paesaggio sonoro molto navigato, dove possiamo trovare luoghi suggestivi che trasmettono un'elettrizzante calma, strane stanze che albergano nell'inconscio, ruscelli armonici dai fluttuanti riflessi argentei, suoni eterei e sfuggenti.

Tra i momenti più coinvolgenti  c'è stata la prolungata e ricca di improvvisazioni, collettive e singole, interpretazione del brano VALENTINE. Dove Mr Royston ha fatto mostra tutte le sue doti di grande batterista.








Come di consueto il concerto è durato un'ora e c'è stato un solo bis, ma del resto questo è l'aspetto che apprezzo di Frisell, la capacità di sintesi, contenere in poche note un universo sconfinato, senza eccessi e sterili divagazioni. 







Mi ha fatto molto piacere vedere tra il pubblico alcuni musicisti romani (e non), questo significa che Frisell nutre un grande rispetto nella nostra città, speriamo solo di rivederlo presto.




domenica 25 luglio 2021

 HAPPY B-DAY AUAND







A settembre di quest'anno la AUAND Records compie 20 anni. In questo lungo periodo ha saputo dare voce alle nuove generazione e a generi o prospettive di diversa natura musicale. Dalle prime sporadiche produzioni, già di grande qualità e spessore artistico, ad oggi, nonostante il periodo pandemico, ha raggiunto uno standard di una o due pubblicazioni al mese.


Le ultime pubblicazioni ne sono un ottimo esempio:





Iniziamo con “Daily Diary Of A Robot” di Enrico Degani pubblicato il 23 aprile. Un album dalle tinte Noir , Dark Wave, dove la voce dai toni bassi si mescola ai suoni Punk Industrial creando un denso magma sonoro che arriva diretto allo stomaco.



Il 17 maggio viene pubblicato “Graduation” di Emanuele Maniscalco on il trio italo-danese Il sogno. Il tessuto sonoro è un ottimo equilibrio tra estemporaneità e minimalismo. I suoni sono suggestivi e raccontano luoghi rarefatti, le suggestioni sono cangianti ed ambigue, bisogna ascoltarlo con attenzione.





Il 21 maggio troviamo “Upward” di Francesco Beccaro, un progetto energico con tinte post punk e pop , groowe e funk, tutto ricco di dinamiche e di un coinvolgente interplay.






Del 4 giugno è “Belle Époque” album d’esordio di Michele Tino, dal titolo si comprende la direzione artistica del progetto. Brani sofisticati con arrangiamenti corali e splendide improvvisazioni, si può percepire una latente e malinconica tensione che dona all'intero album calore e un' atmosfera di grande suggestione.





Il 18 giugno è il momento di "Embracing the Future", il piano solo di Simone Graziano. Graziano è un interprete e compositore di ampie vedute, il suo background spazia dalla musica classica contemporanea al jazz più estremo. Per questo progetto ha deciso di far sentire tutti quei suoni che solitamente vengono evitate durante le registrazioni. Il "rumore" delle dita sui tasti, il cigolio dei martelletti e la percussione delle corde all'interno della cassa dello strumento diventano parte integrante dei brani, la sensazione è quella di un album emozionante , nudo e crudo ma allo stesso tempo intimo e malinconico.





L'ultimissima produzione AUAND vede protagonista la cantante Sara Battaglini e il suo “Vernal Love”. Un album caldo ed avvolgente, con tutti le sfumature elettro acustiche del Blues e del  Soul, un sogno ad occhi aperti con lo sguardo rivolto al cielo.





GIOVEDÌ 22 LUGLIO sono iniziati i festeggiamenti con il concerto di Stefano Coppari a GAETA “LA TAVOLA DEI CAVALIERI


seguiranno



DOMENICA 8 AGOSTO 2021 THE AUANDERS alla ROMA“CASA DEL JAZZ“ a Roma



ed i due eventi con GAETANO PARTIPILO “BOOM COLLECTIVE”


MARTEDI’ 10 AGOSTO 2021 – ORE 21.15

MINTURNO “CASTELLO BARONALE“ Piazza Roma



SABATO 28 AGOSTO 2021 – ORE 21.00

CASTELLANA GROTTE “SAN LEO“ Piazza Garibaldi





Oltre all'ottima qualità delle incisioni e l'altissimo livello dei musicisti, la AUAND ha da sempre curato i desing ed i contenuti delle sue produzioni, ha anche gestito un'ampia rete mediatica , gestendo e promuovendo eventi e collaborazioni.



Noi del MUSICISTANONIMO “The Border Music” siamo felici di augure una lunga carriera a questa oramai non più giovane etichetta che per anni ci ha “viziato” con le sue splendide produzioni.



HAPPY B-DAY AUAND


giovedì 22 luglio 2021

 TOLFA JAZZ FESTIVAL (XII Edizione)

Inaugura domani 23 luglio la cantante Costanza Alegiani

 

Poi sono attesi Bosso, Noreda Graves, Lovesick, Simone Alessandrini e molti altri

Tolfa 23, 24 e 25 luglio e 18, 19 settembre

 

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Comincia domani, venerdì 23 luglio, la dodicesima edizione del Tolfa Jazz Festival, che prosegue fino a domenica 25 per poi riprendere il 18 e 19 settembre con un programma ricco di concerti da ascoltare tra il centro storico, i giardini della Villa Comunale e i grandi prati, al confine con il paese.

 

Alle 21.30, nel chiostro dell’Ex Convento dei Padri Agostiniani, che ospita oggi il Polo Culturale di Tolfa, è la cantante romana Costanza Alegiani la prima artista in cartellone. Insieme al sassofonista Marcello Allulli e al contrabbassista Riccardo Gola, la Alegiani presenta al pubblico il suo ultimo album Folkways, un personale omaggio al mito del folk americano.

 

Pubblicato il 18 giugno dall’etichetta Parco della Musica Records e anticipato dall’uscita dei due singoli “It ain’t me baby” e “When I was a young girl”, Folkways è un disco di canzoni identitarie, sul folk che diventa mito. Un manifesto di appartenenza a una tradizione epica, radicata in un'America senza più luogo. Attraverso un linguaggio originale e arrangiamenti che alternano liricità acustica a momenti più elettrici, in Folkways Costanza Alegiani propone sia brani originali che altri tradizionali e ricchi di storia, a cui riesce a donare nuova luce, tonalità e sfumature di colore. Ma se il titolo rappresenta un omaggio allo Smithsonian Folkways Recordings, il più grande archivio al mondo del genere folk, l'intento di Costanza Alegiani è però quanto di più lontano dalla filologia.

 

Grazie a questo progetto - spiega Costanza - mi sono concessa di dire la verità su tanti sentimenti che mi appartengono, anche molto scomodi, dando voce a visioni e paure, immagini oniriche, ricordi, confessioni, ma anche a speranza e libertà.

 

Dopo l’inaugurazione della Alegiani, la prima parte del Tolfa Jazz Festival prosegue sabato e domenica con numerosi altri ospiti in cartellone, a partire dal quartetto del trombettista Fabrizio Bosso, alla cantante americana e solista dell’Harlem Gospel Choir Noreda Graves, ma anche il Lovesick duo i cui video hanno spopolato sui social, il sax di Simone Alessandrini e moltissimi altri.

 

Tra sonorità jazz, folk, gospel e blues e in un paese incastonato tra gli oltre 30.000 ettari di boschi, pascoli e colline verdeggianti, il Festival Jazz di Tolfa si conferma non solo uno degli appuntamenti più attesi dell’estate laziale ma anche un’occasione per riscoprire dei luoghi ancora autentici e nascosti, a due passi dalle città. Ogni concerto, infatti, è un’opportunità per gustare le cucina tipica e le specialità enogastronomiche, conoscere l’artigianato e la rigogliosa natura circostante che rendono Tolfa un luogo unico e affascinante.

 

Sito www.tolfajazz.com

Facebook www.facebook.com/TolfaJazz.Official

Instragram www.instagram.com/tolfajazz

 

Infoline info@tolfajazz.com

Prenotazione biglietti

www.ticketino.com/it/Organizer/2461975

 

Ufficio Stampa

Guido Gaito

info@gaito.it 329 0704981

Gaito Ufficio Stampa e Promozione

Via Vincenzo Picardi 4C

00197 Roma

martedì 20 luglio 2021


 


Per i 20 anni di Auand ecco una serie di eventi in programma tra Luglio e Settembre.



Il 22 luglio e il 10 agosto JazzFlirt (Gaeta e Minturno) ospiterà Stefano Coppari e Gaetano Partipilo. E poi ancora, The Auanders a Casa del Jazz (Roma) e Partipilo al SanLeo MusicFest di Castellana Grotte il 28 agosto.


Sono passati 20 anni da quel 10 settembre 2001 in cui Gianluca Petrella entrò negli studi Artesuono di Stefano Amerio per registrare X-Ray, primo fortunatissimo capitolo della neonata etichetta discografica Auand con sede a Bisceglie (BT).
In occasione della ricorrenza ci saranno diversi eventi tra cui i concerti di Stefano Coppari e Gaetano Partipilo “Boom Collective” per Jazzflirt festival.


A Gaeta sarà il locale “La Tavola dei Cavalieri” ad ospitare il quartetto di Stefano Coppari il 22 luglio.

Stefano Coppari quartet nasce nel 2016 e ha già all'attivo due lavori prodotti da Auand (“Eureka” e “Scar Let”), ricevendo molta considerazione dalla critica e dalla stampa, che considera il chitarrista “elegante e leggero, stratificato e gustoso”. Loop di chitarra abbinati a melodie lineari, ritmi ipnotici che creano cambi repentini di colori e atmosfere, catapulteranno inaspettatamente l'ascoltatore in momenti sonori spesso contrapposti tra loro senza preavviso. Con Stefano Coppari alla chitarra, ci saranno Nico Tangherlini al pianoforte, Lorenzo Scipioni al contrabbasso e Jacopo Ausili alla batteria.


Nel Castello Baronale Caracciolo Carafa di Minturno il 10 agosto verrà presentato l'interessante progetto originale “Boom Collective” di Gaetano Partipilo. Voce sassofonistica dal sound inconfondibilmente "fuori dal coro", esponente di punta della scena jazz italiana, Partipilo continua a seminare audacia con il suo ultimo lavoro compositivo, riunendo per un “ritratto di famiglia” musicisti di una Puglia molto generosa e creativa in ambito musicale. Il risultato è un lavoro corale dalla vitalità incontenibile: un disco di ampio respiro con una varietà di linguaggi eterogenei guidati dal leader verso un percorso collettivo. Con lui ci saranno Giuseppe Bassi al contrabbasso, Dario Congedo alla batteria, Carolina Bubbico alla voce e tastiere e Angela Esmeralda alla voce.


L'8 agosto sarà la volta del tentetto all-star The Auanders che avrà finalmente occasione di presentare dal vivo per la prima volta Text(us), un lavoro supportato da SIAE #PerChiCrea, nato una settimana prima del lockdown e pubblicato esattamente un anno fa. Il concerto si terrà nella prestigiosa location romana di Casa Del Jazz.


Per finire, il nuovo “Boom Collective” di Gaetano Partipilo sarà presentato a Castellana Grotte sul palco del SanLeo MusicFest, un festival che negli anni ha avuto un legame forte con Auand.


Tutto ciò in attesa del 10 settembre, giorno in cui lanceremo una sorpresa sui social.







GIOVEDÌ 22 LUGLIO 2021- ORE 21.00
GAETA “LA TAVOLA DEI CAVALIERI” - Via Lungomare G.Caboto, 93
STEFANO COPPARI

Stefano Coppari – chitarra
Nico Tangherlini – pianoforte
Lorenzo Scipioni – contrabbasso
Jacopo Ausili - batteria

Ingresso € 10,00
acquisto biglietti all'ingresso (prenotabili su Eventbrite)









DOMENICA 8 AGOSTO 2021 – ORE 21.00
ROMA “CASA DEL JAZZ“

THE AUANDERS “TEXT(US)”

Francesco Lento - tromba
Michele Tino - sax alto
Francesco Panconesi – sax tenore
Federico D'Angelo – sax baritono
Filippo Vignato - trombone
Glauco Benedetti - tuba
Francesco Diodati – chitarra
Enrico Zanisi - piano, rhodes, tastiere
Francesco Ponticelli - basso, contrabbasso
Stefano Tamborrino - batteria

Ingresso € 15,00
acquisto biglietti all'ingresso








MARTEDI’ 10 AGOSTO 2021 – ORE 21.15
MINTURNO “CASTELLO BARONALE“ Piazza Roma

GAETANO PARTIPILO “BOOM COLLECTIVE”

Gaetano Partipilo – sassofono
Giuseppe Bassi – contrabbasso
Dario Congedo – batteria
Carolina Bubbico - voce e tastiere
Angela Esmeralda – voce

Ingresso € 10,00
acquisto biglietti all'ingresso (prenotabili su Eventbrite)


SABATO 28 AGOSTO 2021 – ORE 21.00
CASTELLANA GROTTE “SAN LEO“ Piazza Garibaldi

GAETANO PARTIPILO “BOOM COLLECTIVE”

Gaetano Partipilo – sassofono
Angela Esmeralda – voce
Seby Burgio – piano, tastiere
Federico Pecoraro – basso
Dario Congedo – batteria

Ingresso gratuito



AUAND official website and social media:

domenica 16 maggio 2021

Weird Box, Radio Paris






Lo scorso 2 aprile è uscito per AuandRadio Paris della formazione Weird Box, composta da Francesco Bearzatti al sax tenore e al clarinetto, Bruno Angelini al piano, rhodes e tastiere, Emiliano Turi alla batteria.

Il progetto e l’album sono stati fortemente voluti da questi tre straordinari interpreti accomunati da passate collaborazioni, grande stima reciproca e soprattutto dalla decisa volontà di procedere senza alcun pregiudizio musicale. Ben disposti a lasciarsi coinvolgere dall’inaspettato.

«Per molti anni – racconta Francesco Bearzatti – ho suonato con Bruno musica acustica, e ascoltarlo alle tastiere elettriche mi stimola moltissimo. Emiliano, dal canto suo, è un maestro, il suo drumming è molto preciso e ha un'incredibile esperienza e abilità nella musica elettronica e underground. Mi piace immergermi in sonorità diverse con musicisti molto creativi, è per questo che sono qui».





«Aggiungerei – commenta Bruno Angelini – che Emiliano ha sviluppato un sound molto personale alla batteria con tutti i suoi esperimenti in diversi tipi di musica, ha un grande senso del tempo. Francesco è un improvvisatore fresco e imprevedibile, sempre pronto a cantare, a ballare e mettersi in gioco in tutti i tipi di situazione».

Il nome del gruppo Weird Box del resto è assolutamente programmatico. Il termine “weird” ha molte sfumature e significati: strano, bizzarro, strambo ma anche magico e originale. Tutti perfettamente azzeccati per le tracce che compongono Radio Paris. Una volontà di stupire che però non è fine a se stessa o frutto di un atteggiamento astratto ma intenzionalmente calato nel mondo e in particolare nel tessuto sociale della periferia parigina che abitano e frequentano.




«Abbiamo chiamato il gruppo Weird Box – sottolinea Bearzatti – perché abbiamo deciso di non suonare un jazz normale o semplice musica improvvisata ma di provare a farlo in maniera differente, mettendoci in ascolto delle radio delle banlieu, là dove le differenze sono alla luce del sole e anche nell’aria. Abitiamo tutti e tre a Parigi. La musica che proponiamo è un jazz influenzato dalle radio della periferia di Parigi. In questi quartieri, popolari e poveri, si ascolta molto rap e i suoni sono prevalentemente elettronici. Questo sound ci permettere di riuscire a comunicare un po' più facilmente con i ragazzi di oggi che non frequentano il conservatorio o l'élite delle sale da concerto e dei jazz club. Per questo abbiamo intitolato l’album Radio Paris».

L'alta qualità di questo album è percepibile già dai primi istanti di ascolto, tre artisti senza preconcetti di genere che finalmente sciolgono il pandemico silenzio. La voglia di "giocare" è tanta e si esprime con una coinvolgente energia. Ritmi calzanti e vivaci melodie sono l'inno alla ritrovata libertà. Ammirevole la voglia di ascoltare il tessuto urbano non è da sottovalutare, spesso gli artisti vivono in un proprio mondo anche un pò idealizzato e perdono il contato con la realtà. Sicuramente la periferia di Parigi, come quelle di altre città europee, con le sue "esigenze emergenze" offre molteplici colori e profumi multietnici. 

l'enorme esperienza e sensibilità del trio ci regala una album energico, dove la componente ritmica emerge con grande vitalità, talmente coinvolgente e piacevole da riascoltarlo con gran piacere più e più volte ....

Brani:

1 Why

2 Prince Of Crime

3 Déontologie Blues

4 Axis

5 Jungle 79

6 Friday

7 Hope