giovedì 2 febbraio 2017

KUKU
Il Collettivo Improvvisatore Involontario nato a Catania nel 2004 dalla collaborazione tra il batterista Francesco Cusa e i chitarristi Paolo Sorge e Carlo Natoli, fondatori dell'associazione, oggi a numerosi membri provenienti da Roma, Milano, Parigi, Berlino e New York.
Naked Musicians è l'orchestra di improvvisazione ideata e diretta da Francesco Cusa, che applica e sperimenta in essa una sua particolare conduction, che non è proprio un'improvvisazione collettiva, ma una composizione istantanea a più mani, dove possiamo ritrovare moduli ritmici di richiamo minimalista, tribalismi percussivi o vocali, puntillismi astratti, fraseggi jazzistici, elettronica (live-processing), sample di partiture contemporanee o citazioni da juke-box nazionalpopolare.
Da questo fermento musicale, che ha portato l'intera orchestra a New York, nel marzo 2011, esibendosi con ospiti d'eccezione, Mauro Pagani, Elliott Sharp, Cristina Zavalloni, Jim Pugliese, Ron Anderson e tanti altri, ne è nata un' etichetta discografica, che ha dato voce a progetti molto interessanti.

Tra questi ho scelto il disco KUKU, che da anche il nome al trio che lo compone. L'elemento interessante del progetto è l'utilizzo dell'elettronica, non una novità, da Miles Davis a Bill Laswell possiamo rintracciare numerosi esempi. Quello che lo rende interessante è l'approccio. Tommaso Rosati non è solo un musicista elettronico, batterista jazz, compositore elettroacustico, ma ha concepito un nuovo concetto di spazializzazione del suono, tramite la creazione di sistemi hardware-software per il controllo di live electronics, denominati strumenti aumentati. Negli anni l'elettronica è stata codificata tramite un linguaggio legato agli strumenti tradizionali, delimitandone per certi aspetti le potenzialità. Rosati rielabora il gesto musicale a favore di un nuovo paesaggio sonoro, che mantiene si le proprietà del fare musica, ma partendo dal suono stesso e non da un artificio tecnico compositivo.
Anche Sara Montagni, ha il pregio di portare la voce in punti d'ombra, sperimentando e spazializzando i suoi orizzonti. Forse la voce negli ultimi tempi sta soffrendo di una certa staticità, rilegata in contesti sempre più sterili e patinati. In questo disco, anche grazie al contro canto del flauto, la voce riprende il suo ruolo di strumento musicale, manipolato ed elaborato da effetti e loop come nel piacevole brano Emily Brontë, ma anche in divagazioni astratte come Retrovirus. Martino Rappelli con la sua chitarra fa da collante a tutto il progetto, esaltando le progressioni dinamiche e i cambi ritmici con estrema fluidità.
Il disco scorre esige diversi ascolti per individuarne i diversi aspetti … speriamo di vedere i KUKU presto in concerto …...

KUKU

Brani:
1. AC1
2. Emily Brontë
3. S.u.s.c.a.
4. Airesim
5. Retrovirus
6. Baleines
7. God save the Glitch
8. Spiral

Sara Montagni: voce, flauto, sensori
Martino Rappelli: chitarre
Tommaso Rosati: electronic devices, live electronics, batteria


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