Descansate Niño
MUSICISTANONIMO
lunedì 27 gennaio 2025
lunedì 20 gennaio 2025
CrOnOSiSmA
di
marco cerri ciommei
Queste sono una parte delle note di copertina del nuovo album di Marco Cerri Ciommei, registrato assieme a Giacomo Ancillotto alla chitarra, Luca Venitucci al pianoforte e Marco Zenini al contrabbasso.
In questo nuovo o "vecchio" progetto Ciommei mette in scena ogni sua virtù, non è solo un ottimo musicista ma anche un altrettanto ottimo fotografo e videomaker, è anche un grande lettore e conosce molto bene il valore e la poetica delle parole.
Con quest'opera ci dona quest'immagine senza tempo che in realtà è una cartoline che fluttua tra i ricordi e i sogni messi a decantare come del buon vino, per poi lasciare che tutto si disperda in piccoli atomi di luce e si trasformino in tenui armonie di suoni.
Grazie al sostegno corale dei suoi compagni di avventura, l'album si muove tra melodie appassionate e malinconiche, ricche di chiaroscuri, fotografie di un album immaginario che giocano con la memoria, figure etere che danzano tra i sospiri, che bisbigliano tra le carezze.
https://marcocerriciommei.bandcamp.com/album/cronosisma
La fragilità di quest'opere è disarmante, dirompente, è densa di una spiritualità onirica, un insieme di suoni denudati di ogni orpello o virtuosismo, in linea con quello che affermava il Maestro Sufi Hazrat Inayat Khan...
espressioni musicali."
https://www.marcocerriciommei.com/
Crêuza de Mä
Al centro dei testi vi sono i temi del mare e del viaggio, dolori e passioni, temi forti che vengono espressi anche in musica, tramite l'ausilio di suoni e strumenti tipici dell'area mediterranea e registrazioni in ambienti portuali, iconiche le voci dei venditori di pesce al mercato ittico di Piazza Cavour a Genova.
Pagani è salito sul palco con un look alla Leonard Cohen, elegante e misterioso. Purtroppo i segni del tempo gli hanno impedito di esibirsi ad uno dei suoi amati strumenti ad eccezione dell'unica cover, Forever young, firmata da Bob Dylan, dove ha suonato l'armonica a bocca.
Oltre ai brani di Crêuza de Mä ha cantato anche altri brani celebri del suo repertorio come "Impressioni" di settembre (Mogol Mussida Pagani).
Il giovanissimo 78enne Pagani si è esibito lucido e pieno di entusiasmo , la sua voce era ricca e potente , fragile e ammaliante , lui che è un bluesman méditerranéen a dato sfogo a tutte le sue energie per regalarci un concerto memorabile.
Molto emozionante il momento dopo il concerto dove Pagani è venuto verso il pubblico a salutare vecchi amici , dimostrando , se ce ne fosse ancora il bisogno, la sua immensa umiltà .
domenica 11 febbraio 2024
CIRCLES 44
IN THE GRIP
Aut Records
Circles 44 è un progetto nato a Bologna nel 2017, frutto della collaborazione tra Massimiliano Amatruda al pianoforte, Giuseppe Circelli alla chitarra e Andrea Grillini alla batteria, ai quali, nel 2022, si unisce Achille Succi al clarinetto basso e al clarinetto contrabbasso.
Artisti molto attivi, coinvolti in numerose collaborazioni e pubblicazioni discografiche, che spaziano dal jazz alla musica contemporanea, sempre intenti a promuovere un repertorio composto solo da brani originali, dove il linguaggio jazzistico fa da legante con tutte le alte forme che vi convivono. Questo lavoro, affiancato dall'attività concertistica, ha portato alla registrazione del primo album “Cratere”, pubblicato nell'ottobre 2020 dall'etichetta Aut Records. L'album ha ottenendo ottime recensioni dalla critica specializzata così come l'attenzione e la messa in onda ni molti programmi radiofonici, tra cui le trasmissioni di Rai Radio 3 “Sei gradi” e “Battiti”.
Lo scorso 31 dicembre è stato pubblicato sempre per
la Aut Records l'album “ IN THE GRIP”, che vede la gradita
collaborazione di Achille Succi. Così il trio si trasforma in
quartetto, senza perdere la loro leggerezza e flessibilità. Anzi,
tra tratti architettonici e altri più estemporanei, la sempre ed
originale prosa dei loro brani acquista ulteriore freschezza e
fluidità.
https://autrecords.bandcamp.com/album/in-the-grip
L'impasto sonoro è sempre ben bilanciato e li voci si muovono in un racconto multiplo e coeso, ricco di colori ed equilibrate dinamiche. Il piano di Amatruda più che seguire la orme dei pianisti jazz sembra venire da un solido serialismo di metà 900. La chitarra di Circelli sembra tessere una robusta ragnatela che sa catturare tutte la note che aleggiano nei pensieri dei suoi compagni. Succi, sempre originale, lascia trapelare un gustoso profumo delle storiche avanguardie jazz in stile AACM. Grillini, come ha già dimostrato in altre formazioni, sa gestire una intensa stratificazione ritmica, composta da piccole cellule che vengono lasciate fluttuare liberamente, poi abbandonate per delle nuove ed essere riprese successivamente, per essere sovrapposte e mescolate, senza attriti e battimenti.
Ho trovato il brano “Circle” molto rappresentativo per questo album, dove coesiste un ottimo equilibrio tra il più creativo serialismo europeo e i movimenti jazz delle ultime generazioni. Un ascolto fluido e stimolante dove non mancano momenti introspettivi ed articolati che meritano un ascolto più attento.
Nel cerchio di un pensiero
a volte mi riposo sognando.
CIRCLES 44 feat. ACHILLE SUCCIIn the Grip
brani:
giovedì 11 gennaio 2024
I SLIP IN THE CENTRAL PARK
La punta di diamante di questo progetto è Vittorio Cuculo, sassofonista romano di grande talento. Nel suo percorso artistico, ricco di grandi collaborazioni, avrà modo di incontrare alcuni dei musicisti che hanno collaborato con "Max". Primo tra tutti Maurizio Urbani che gli aprirà le porte dei club romani dove Vittorio potrà assaporare l'energico "MOOD" capitolino. Quel mood tanto caro a Max, fatto di grandi amicizie, ritardi, inquietudini e tenera malinconia.
Massimo Urbani muore prematuramente nel 1993, pochi mesi prima della nascita di Vittori. Per quello che sarà il suo ultimo concerto all’Alexanderplatz volle con se gli amici di sempre, Gegè Munari alla batteria, Dario Rosciglione al contrabbasso e Andrea Beneventano al pianoforte.
A trent'anni dalla sua scomparsa, lo stesso trio di allora è stato invitato a partecipare a questo tributo. Tutti hanno contribuito a ricreare quell'atmosfere notturna, animata da agili improvvisazioni e sempre audace interplay.
Il CD vede anche la partecipazione come special guests di Maurizio Urbani e Stefano di Battista, altre due importanti colonne del jazz romano.
Ascoltando l'intero progetto si ha proprio l'impressione di rivivere le atmosfere di un tempo, dove lo scambio tra generazioni fluttua senza attriti e si amalgama in una sola voce. Il livello di tutti gli interpreti è altissimo, ogni ascolto è di grande godibilità.
Il repertorio proposto è quello del Massimo Urbani degli ultimi tempi, tormentato e in cerca di pace. Personalmente avrei inserito più brani firmati da Urbani, non sono tantissimi, magari potrebbe essere uno spunto per un altro tributo!!!
Anche se citato nel titolo manca il Max adolescente, sperimentale, che si perde misteriosamente per tre giorni in quel di Central Park. La prossima volta rischierei di più!!!
We Lov'Er Man !!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Vittorio Cuculo & The Trio ’93
"I Slept in Central Park
(a Tribute to Massimo Urbani "
VVJ 149– 8055385871495
Vittorio Cuculo - Sax Contralto
Gegè Munari - Batteria
Andrea Beneventano - Piano
Dario Rosciglione - Contrabbasso
Special Guest.
Maurizio Urbani - Sax tenore (# 1, 2, 3)
Stefano Di Battista - Sax Soprano, Alto (# 3, 8)
Produced by: Jando Music / Via Veneto Jazz
mercoledì 3 maggio 2023
HOODYA
record-y
Carve e I Should not live in vane .
Parliamo di un disco molto ambient (voce, basso/contrabbasso, effetti analogici di vario tipo e synth/live electronics) con pochissimi elementi e tutto basato sui micro dettagli. I brani spaziano da Tom Waits a Samuele Bersani e sono trattati a volte in modo estremamente essenziale e melodico, altre volte in modo più complesso e dissacrante.
giovedì 27 aprile 2023
ABHRA
‘Seven Poems on Water’
Per il nuovo
tema, l’acqua, gli Abhra metteranno in musica 7 poemi scritti
da poeti/poetesse di altrettanti paesi, passando da Raquiel Illonde della Guinea,
all’americana Emily Dickinson, dal turco Nazim Hikmet all’indiana Pryal Gagan.
Grazie agli intensi arrangiamenti di Pontvianne e alla grana della "nuova voce" di Isabelle, il sestetto continuerà il suo percorso di
introspezione ed esplorazione, interrogandosi sul ruolo della voce,
sul timbro e la risonanza, la melodia e le svariate forme della canzone, creando un
caleidoscopio sonoro delicato e intimista. ‘Seven Poems on
Water’ è stato pubblicato a metà 2022 per Onzeheuresonze.
Per il concerto alla Casa del Jazz si sono
esibiti i componenti dell'ultima formazione, ossia ... Julien Pontvianne al sassofono, Isabel Sörling alla voce, Francesco Diodati
alla chitarra, Adèle Viret al violoncello, Alexandre Herer alle tastiere e
Matteo Bortone al contrabbasso.
Tutti i componenti, nei loro anni di attività, si sono distinti per capacita e inventiva, sono accumunati da esperienze analoghe, come collaborazioni internazionali, progetti da leader e partecipazioni in diversi
ambiti musicali ma sempre rivolti alla sperimentazione.
Il concerto è iniziato con un calzante fraseggio del
contrabbasso, diciamo subito che Bortone ha avuto un ruolo di perno per tutta la
serata, i suoi attacchi intensi e ostinati sono stati determinanti per la
scansione dei brani, non solo un ottimo supporto per i solisti ma una solida costante, no sono mancate le sue intense improvvisazioni.
All’intro di Matteo si è aggiunta la voce di Isabel, calda e fragile ha incantato da subito il pubblico. Il brano sembrava spinto dalle calme e lente onde estive del mare , un dolce sogno ad occhi aperti. Poi a turno si sono introdotti gli altri componenti, si è svolto tutto in maniera naturale, sembrava si muovessero in sincronica, proprio come fa un branco di pesci.
Durante tutto il concerto i musicisti, ma anche il pubblico, erano assorti in una magica meditazione. Talmente erano concentrati e coinvolti che sono riusciti a tessere una ragnatela telepatica, dove tutto accadeva spontaneamente, senza premeditazione, un flusso libero proprio come il movimento dell’acqua.
Per tutta la serata Pontvienne e Herer si sono imposti meno, impegnati nella costruzione di un intenso ed ipnotico paesaggio sonoro. Diodati ci ha regalato un paio dei suoi tipici solo estratti dal suo “bestiario sonoro”. Anche Adèle ha eseguito un solo al violoncello, molto espressivo e di grande maturità.
Trattandosi di canzoni la protagonista è stata la voce della Sörling. Come abbiamo già scritto, il suo timbro apparentemente fragile ha incantato il pubblico. Anche se la sua formazione affonda nelle radici del Jazz e nella musica improvvisata in genere, Isabel ha saputo allontanarsi da certi stereotipi della “cantante jazz”, dai deprimenti vocalizzi, a volte un po' stucchevoli. Col suo vibrato ha saputo evocare quei deserti di ghiaccio, l'acqua fredda ma avvolgente, il vento gelido e rigenerante, tipici dei paesi del nord Europa. Ci ha donato momenti intensi, illuminati da una voce nuda, diretta, che esprime emozioni vere, senza filtri, simile a quella delle cantanti folk. Nel suo timbro si sentono tutte quelle sfumature e fragilità che fanno la misura di una artista matura.
Ogni componente del collettivo ha saputo trovare un suo spazio per mostrare sé stesso e dare voce all’insieme, rappresentando lo spirito che "questo fare musica" dovrebbe avere in ogni manifestazione sonora.